"7.16 in ritardo ovvero Manuale del perfetto pendolare" di Giovanni Maria Pedrani

Prima anteprima della mia nuova collaborazione con la Casa Editrice Il Ciliegio, che ringrazio moltissimo.

Titolo: 7.16 in ritardo ovvero Manuale del perfetto pendolare
Autore: Giovanni Maria Pedrani
Genere: Umoristico
Pagine: 176
Prezzo: Cartaceo €13.08
Link Amazon: Cartaceo
Chi non è stato un pendolare almeno per un certo periodo della propria vita, probabilmente penserà che Giovanni Pedrani abbia esagerato nel descrivere, nel suo ultimo libro, 7.16, edito da Il Ciliegio, la varietà umana che si accalca, dorme, litiga, gioca, s’innamora, sulle carrozze del treno.
Di un qualsiasi treno che ti porta nel centro di una città alla mattina presto e ti riporta a casa quando i lampioni s’accendono di nuovo. Su queste carrozze c’è un universo di personaggi che vivono piccole avventure e che Giovanni Pedrani da attento osservatore ha registrato, analizzato e riproposto in chiave ironica e divertente dando vita a questo lavoro: 7.16 in ritardo, ovvero Manuale del perfetto pendolare, è quindi una divertente raccolta di aneddoti riguardanti una categoria che molto avrebbe da dire e da raccontare. La nutrita schiera di coloro che, per studio o per lavoro, sono costretti ogni giorno a viaggiare in treno.
Giovanni Maria Pedrani è un ingegnere, autore per passione. Col suo nome, o in antologia con altri, ha pubblicato diversi testi, soprattutto thriller, noir, opere di spionaggio e fantascienza.
Gli ultimi libri che portano la sua firma sono i romanzi C’è un cadavere sul treno - Assassinio sul Malpensa Express (Il Ciliegio Edizioni), Nebbie d’estate (CSA Edizioni) e le raccolte di racconti Il sonno di Cesare (Il Ciliegio Edizioni) e Self-Control (Il Ciliegio Edizioni). Nel 2014 è uscito Lettera a Francesco (Il Ciliegio Edizioni), un testo dedicato al figlio.
«Alla data di pubblicazione di questo testo io festeggerò ventotto anni di pendolarismo.Esatto ventotto! Fra di voi ci sarà qualche lettore che non ha ancora quell’età: probabilmente, quando sua madre era in sala parto per farlo nascere, io ero in stazione ad aspettare un treno. Dal momento in cui esco di casa impiego circa un’ora e mezza a giungere in ufficio.... Ogni giorno, tre ore sono spese perché sono pendolare. Un anno ha 365 giorni, ma solamente 220 possono essere considerati 
lavorativi, a meno che non lavoriate anche di sabato, domenica, Natale e non facciate ferie. Bene. Moltiplichiamo 220 giorni X 3 ore X 28 anni. Totale: 18.480 ore... Sembrano le ore di esperienza di un pilota di aerei di linea»

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