Recensione - #Disobbediente di Andrea Franzoso


Titolo: #Disobbediente
Autore: Andrea Franzoso
Genere: Autobiografia
Pagine: 159
Prezzo: Ebook € 6,99   Cartaceo: € 10,96
Questa è la storia di Andrea. Sì, Andrea l’autore. È proprio la sua storia. Una storia vera.
Una di quelle storie che solo in Italia si può raccontare, perché in un altro Paese quello che è successo a lui non sarebbe mai potuto accadere. Guarda caso: in Italia esiste il termine “omertà”, ma nelle altre lingue non c’è una parola che lo traduca. Il termine inglese “Whistleblower” (colui che soffia nel fischietto, come l’arbitro che segnala un’irregolarità durante la partita) non ha invece un corrispondente in italiano. Che sia un caso?
Ma partiamo dall’inizio, dove tutto ha origine: Andrea è un bambino molto tranquillo e obbediente; i suoi genitori gli hanno trasmesso valori quali il rispetto, l’onestà e la lealtà. Complice la passione che mette nello studio, a scuola ottiene buoni risultati (tranne in ginnastica… si è persino beccato un 5 in pagella!). Un po’ per il suo modo d’essere schivo e riservato, un po’ perché è un secchione, e un po’ perché non è abituato alla prepotenza e quindi la subisce, alcuni suoi compagni “bulli” che dapprima avevano iniziato a beffeggiarlo con soprannomi tipo “Sapientino”, hanno iniziato a rivolgergli battute sempre più pesanti, a ferirlo e a umiliarlo. Finché, stanco e incapace di reggere il loro atteggiamento, Andrea si è arreso ed è stato costretto a cambiare scuola. Da piccolo Andrea vuole fare il magistrato, i suoi eroi sono i giudici Falcone e Borsellino.
Andrea cresce, frequenta il liceo e decide di seguire le sue passioni: dapprima si iscrive all’ Accademia Militare e riesce a diventare Carabiniere; dopo qualche anno di attività nell’arma, sente bisogno di dare un senso più profondo alla sua vita, e decide quindi di legarsi ad una Comunità di Gesuiti. Ma, Andrea è un uomo in continua evoluzione, e ad un certo punto sente che è ora di cambiare strada nuovamente: ora ha bisogno di una famiglia tutta sua, vuole una moglie e dei figli. Abbandona la Comunità e si rimette nel mercato in cerca di lavoro.
Lo contatta un signore, tale Carlo Belloni, che gli era stato presentato quando faceva il Carabiniere: Andrea accoglie di buon grado la sua offerta, e in breve si trova a ricoprire un ruolo di responsabilità in Ferrovie Nord Milano, un’azienda pubblica. Lì, tra i suoi superiori, incrocia alcuni “grandi bulli”, che approfittando delle loro posizioni verticistiche e della sistematica omertà che vige in quegli ambienti, rubano soldi all’azienda. Spese personali, abiti, cene, viaggi, cellulari, bollette, multe: era tutto spesato, e tutto dovuto. E i colleghi di Andrea, che vedevano ma tacevano, si rendevano complici di questi malsani giochi di potere.
Andrea non ci sta, e decide di denunciare. Mettendoci la faccia. Senza preoccuparsi delle ritorsioni e delle conseguenze che inevitabilmente sarebbero arrivate. Ma stavolta, i bulli non avrebbero vinto. Perché Andrea diventa… disobbediente.
Il finale? Ve lo lascio scoprire leggendo.

#Disobbediente è un libro molto piacevole e scorrevole. Scritto con un linguaggio di semplice comprensione è adatto a persone di tutte le età, a partire dai ragazzi di quarta/quinta elementare che, oggigiorno, sanno benissimo cosa e chi sono i bulli. Ragazzi che sanno ma che magari hanno paura di denunciare, paura di dire. E preferiscono subire. Riconoscersi nella storia di Andrea probabilmente potrà aiutarli a sentirsi meno sbagliati e a trovare il coraggio per reagire.  
#Disobbediente è un libro coraggioso, che denuncia uno spaccato di realtà che solo a parole dà fastidio a molti; dà però ancora più fastidio sapere che, quelle stesse persone che non lo approvano, sono le stesse che poi si piegano al potere, e non fanno nulla per cambiare.
Andrea riesce a descrivere i fatti da punti di vista diversi, con estrema padronanza e semplicità, e invita a riflettere sulla vita, sulle proprie scelte, sui valori, ma in modo particolare sul futuro: “non permettete a nessuno di rubarvi il futuro”, questo il suo invito finale al lettore.
Ah, dimenticavo una cosa che mi ha colpito molto: Andrea ha dedicato il libro al nipote Riccardo, figlio della sorella, nato pochi giorni dopo la pubblicazione. Riccardo sta per tutti i bambini, Riccardo rappresenta le nuove generazioni: quelle che, Andrea si auspica, possano vivere in un’Italia in cui una storia come la sua, non si debba più raccontare.

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