Recensione - Resti? di Riccardo Bertoldi

Titolo: Resti?
Autore: Riccardo Bertoldi
Genere: Romanzo
Pagine: 196
Prezzo: Ebook € 9.99 / Cartaceo € 18,00

Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che resti. Alla fine, è quello il segreto. L'amore vero ti mette un tamburo al posto del cuore. Basta uno sguardo, due chiacchiere su una panchina, una parola sussurrata all'orecchio. Basta prendersi per mano: da quel momento, niente sarà più come prima. È questo che succede a Irene: si è appena trasferita a Nosellari, un minuscolo paese che sembra uscito da una fiaba, ed è proprio lì, tra i monti del Trentino, che incontra Andrea, l'amore della sua vita. Insieme sono pura scintilla, due pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione. Sentono che il legame che li unisce ha la forza delle montagne e la saggezza degli alberi: per questo è destinato a essere per sempre. La loro è un'estate fatta di lunghe passeggiate, di baci a fior di labbra, di notti in tenda in mezzo al bosco, a leggere l'uno per l'altra e confidarsi segreti. Poi però arriva l'autunno e Irene sparisce, lasciando Andrea con il cuore accartocciato come le foglie sui marciapiedi. Presto, il ragazzo scopre una verità terribile: la natura, che spesso si porta via le cose più belle e fragili, ha scelto di mettere lui e Irene davanti alla prova più difficile. Ma Andrea sa che certe cose non muoiono mai davvero: si nascondono soltanto, per poi rifiorire al momento giusto. L'amore è così, richiede coraggio, richiede fiducia. E se resti, se sai aspettare, anche il dolore più grande può trasformarsi in un fiore splendente.

Ci sono persone.
Ci sono incontri.
Ci sono i casi della vita, che spesso chiamiamo “destino”.
E ci sono incontri tra persone che sono regali del destino.
Succede quando incontriamo qualcuno con cui riusciamo a parlare rimanendo in silenzio, quel qualcuno che dal momento stesso in cui entra nella nostra vita diventa il nostro caffè della mattina, quel caffè che sta a noi come il bisogno, naturale, di respirare. Sono incontri speciali: li riconosci subito, e non puoi scappare. Quando rimani intrappolato in uno sguardo, e in quello sguardo vedi il sole, le stelle, i libri, gli alberi, le colline, le montagne e il mare, i fiori e i laghi, ma soprattutto vedi te. Ecco, da quello sguardo non puoi più andartene, perché sarebbe come rinunciare alla tua vita. Così Andrea rimane intrappolato nello sguardo di Irene, e lì decide di rimanerci “nella buona e nella cattiva sorte”, perché non può farne a meno: sarebbe come chiedergli di non respirare.
Andrea è un giovane nato e cresciuto a Nosellari, un paesino incastonato tra le montagne trentine: quel paese lo conosco bene perché ci ho trascorso un sacco di estati con la mia famiglia, in vacanza. Nelle descrizioni che ci regala il romanzo ho riconosciuto il lento scorrere del tempo, i profumi dei boschi, la cordialità delle persone, i valori della famiglia e dell’amicizia, lo scambio spontaneo di quattro parole con chiunque si incontri per strada: era esattamente quello che vivevo e provavo quando trascorrevo lì i miei giorni di agosto. Già questo rende il romanzo autentico.
E non trovo termine migliore e più azzeccato, se non “autenticità”, per definire i rapporti di Andrea: che si tratti della sua famiglia, dei suoi amici, di Bruno (quella macchietta di uomo che incontra passeggiando in paese e con cui si mette a parlare di Voltaire), o che si tratti di Irene – il suo grande Amore, Andrea è sempre autentico. Le sue sono emozioni vere, spontanee, libere. Lui ha sempre e solo bisogno di essere se stesso, le sue gioie e i suoi dolori, le sue speranze e le sue debolezze, il suo sorriso e le sue lacrime. Riccardo Bertoldi ha la capacità di trasformarle in un imperativo per il lettore: è un inno alla vita quello che ti risuona dentro mentre leggi, le parole si trasformano in musica e diventano una colonna sonora che non hai mai sentito prima, ma che ti sembra di conoscere da sempre.
“Abbiate cura del tempo. Di non perderne mai. Abbiate cura della vita di tutto quello che avete voglia di farci stare dentro. Abbiate cura di voi stessi, ecco.”
Se non fosse autentico, se non si sentisse l’urlo di chi ha provato le emozioni sulla propria pelle, rischierebbe di sembrare presuntuoso. Invece non lo è: e Riccardo ha la capacità di usare le parole giuste al momento giusto, quelle che quando le leggi ti viene voglia di sottolinearle perché ti ci riconosci, quelle che poi prendi e posti sui social perché parlano di te.
Io, ad esempio, ho sottolineato questa frase:
“Scegliete chi è capace di farvi vedere il mondo da un’altra prospettiva, chi vi urla in faccia i vostri difetti, le vostre fragilità, i vostri errori, però poi resta e vi aiuta a superare tutto, anche i vostri limiti”.
Perché abbiamo tutti bisogno di qualcuno che resti. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci ami, e di qualcuno da amare.
Se è amore, resta. Nonostante tutto. Nonostante tutti.
Al di là del tempo e dello spazio.
Oltre i nostri corpi, oltre questo mondo.

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