Il 27 di Angie. Maggio: #consiglidiscrittura


Bentornati booklovers al nostro nuovo appuntamento insieme.
Questo mese vorrei iniziare con voi un discorso che ci accompagnerà per un po’, con una serie di approfondimenti tematici che spero di cuore gradirete.
Di cosa parliamo? Di scrittura.
Ebbene sì, inauguriamo un percorso che credo potrà rivelarsi utile per quanti hanno voglia, desiderano, vorrebbero lanciarsi nel mondo dei libri non più solo come lettori, ma anche come scrittori. Il genere non è importante, qualsiasi cosa scriviate questi consigli potrebbero tornarvi utili per muovere i primi passi.
Ma non indugiamo oltre. Dunque, vi piace leggere, adorate i libri e ogni volta che siete alle prese con una storia che vi appassiona vi prende il tic da fan fiction imminente? La vostra mente vi propone mille finali alternativi? Nuovi personaggi sorgono dalle ceneri al termine di una lettura e morite dalla voglia di poter scrivere le loro storie? Bene, non siete gli unici.
Ecco qualche consiglio utile se intendete cimentarvi come scrittori/scrittrici.
1.      Non trascurate la lettura: sì, vi piace scrivere e molto del vostro tempo libero lo dedicate alla vostra nuova storia, ma non dimenticatevi delle storie degli altri. Leggere deve rimanere un must per ogni aspirante scrittore (e anche per ogni scrittore già affermato). Perché? Perché la lettura arricchisce. Arricchisce il vostro vocabolario, la vostra visione del mondo, vi può suggerire riflessioni, modi di rendere aspetti poco delineati nella vostra mente in maniera più che convincente. Insomma, leggere è come andare a scuola, serve per imparare e, credetemi, nel mondo della scrittura, non si finisce davvero mai di imparare, quindi non trascuriamolo.
2.      Scrivere è un lavoro, non ci si improvvisa: eh già, nonostante sia un mondo in continua crescita, dove a volte si finisce per trovare davvero di tutto, scrivere in realtà non è improvvisazione. Certo, c’è chi segue l’ispirazione, chi giura che “buona la prima” sia il suo mantra personale, ma dubitate, perché scrivere vuol dire soprattutto riscrivere. Diventa un lavoro, è necessario porsi un obiettivo giornaliero (due pagine al giorno, 18.000 battute? Fate voi) e raggiungerlo sempre, anche quando ciò che buttiamo sulla “carta” non è affatto soddisfacente (ricordate il “riscrivere”?). Essere costanti, metodici si rivelerà un molto utile, vi regalerà quel bagaglio di esperienza e di consapevolezza necessario per lavorare anche sotto pressione, con scadenze ben definite.
3.      Scrivi di ciò che sai e, se non lo sai, documentati: dovrebbe essere un consiglio intuitivo, mi rendo conto, ma non lo è (non avete idea di quanti aspetti si sottovalutino prima di mettersi a scrivere). La regola aurea è, quindi, scrivere di ciò che si sa. Certo, se ci limitassimo a questo, nessuno scriverebbe storie ambientate in posti lontani, perché non ci vive o non ci è mai stato in vacanza, nessuno ambienterebbe un romanzo in un’altra epoca storica, a meno di essere egli stesso uno storico, nessuno creerebbe personaggi che facciano un lavoro diverso dal proprio. Che noia. Per ovviare a questa evidente restrizione, ecco che arriva in nostro soccorso il magico mondo di internet (va bene, Salgari si è arrangiato anche senza, ma noi lo abbiamo, quindi perché non sfruttarlo). Nel magico mondo di internet scopriremo che un Natale a Los Angeles non sarà mai innevato, che in Corea è normale non avere le chiavi di casa, che gli Eschimesi annuiscono per dire no, eccetera, eccetera. Provare per credere.
4.      Non sarete in grado di autogiudicarvi: purtroppo è così, brutto a dirsi, ma non crediate a voi stessi quando, terminato di scrivere un capitolo o anche un intero romanzo, sospirerete soddisfatti e vi direte: «Che meraviglia!», perché non sarete lucidi, non sarete capaci di individuare i punti deboli di ciò che avete appena creato, le criticità non appariranno ai vostri occhi e tutto vi parrà stupendo. Perché? Semplice, perché lo avete scritto voi e se non vi fosse piaciuto non lo avreste scritto. Ci vuole davvero tanta, tantissima esperienza per riuscire a capire cosa c’è che non va in ciò che si è appena scritto. Quindi? Che si fa? Prima regola: fate decantare il vostro testo, non per un giorno e neppure per una settimana, due o tre mesi almeno. Dovete dimenticarlo. Trascorso il tempo giusto, riprendetelo in mano e rileggetelo. Se vi sembrerà ancora buono, passerete alla regola due, altrimenti riscrivetelo, miglioratelo, ora qualcosa che non va vi sarà sicuramente saltato all’occhio. Seconda regola: fatelo leggere a qualcuno, che non sia un devoto fan. Ci vuole qualcuno che se fa schifo vi sappia dire in faccia che fa schifo, ma soprattutto che sia in grado di dirvi perché fa schifo. Se non ne è in grado, non è il lettore giusto. Chi vi leggerà, il vostro beta-reader, deve essere capace di spiegarvi perché il vostro personaggio principale non è credibile, perché quella reazione del coprotagonista, in quel contesto, non funziona, come sia possibile che il vostro intreccio si intrecci così poco bene. In pratica deve essere un lettore critico, non un semplice lettore. Trovarne uno è difficile, fidarsi ancora di più (vi partirà in automatico l’istinto chioccia per cui qualsiasi cosa abbia da ridire sul vostro testo è stupida o infondata), ma sarà la vostra salvezza.
5.      L’importanza della correzione di bozze: che siano errori di battitura, ortografici, refusi, siate certi di due cose. La prima è che se rimangono lì, nel vostro testo, rovineranno la lettura, quindi un’opera di disinfestazione sarebbe quantomeno auspicabile. La seconda è che voi non li vedrete mai tutti. Potrete rileggere capitolo per capitolo dieci, venti, trenta volte, state certi che qualcuno sfuggirà sempre alla vostra vista. Perché? Perché il onstro cerevllo ricostriusce il singificato di ciò che leggaimo senza faitca. Siamo fatti così, riempiamo i vuoti. Qui torna estremamente utile la professionalità di un correttore di bozze, qualcuno che in pratica lavori contro natura, perché riesce, in qualche misterioso modo, a stanare anche ciò che il nostro cervello, normalmente, nasconderebbe. Ovvio che non si tratti di una macchina, qualcosa può sfuggire anche a lui/lei, ma la differenza si vedrà, credetemi.
6.      Il packaging conta: quanti di voi sono entrati in un negozio perché hanno visto un bel vestito in vetrina? Ecco, con i libri è la stessa cosa. La copertina non è il vostro libro, ma è il biglietto da visita, se è bella, attirerà l’attenzione molto più di una brutta. Se avete scritto un buon libro, ma lo rivestiste di una brutta cover, avrete perso diversi lettori potenziali, perché la cover fa questo: colpisce. Quindi non sottovalutatela. Se vi intendete di grafica, potrete crearvene una che calzi a pennello da voi, utilizzando le migliaia di foto free disponibili su siti appositi, se, al contrario, non sapete dove mettere mano con la grafica, rivolgetevi a un grafico, a qualcuno che sarà in grado di creare per voi la veste giusta per la storia che avete raccontato.
7.      L’autopromozione potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: lo so, la prima cosa che si dovrebbe fare, una volta scritto un libro, è far sapere al mondo che quel libro esiste, ma state attenti. Non cadete nella trappola dello spam impenitente, non ripaga, al contrario vi alienerà le simpatie di chi, invece, dovrebbe apprezzarvi. Esistono un trilione di gruppi sui social in cui la gente non fa altro che questo, pubblicare continui post in cui riporta la copertina del proprio libro, la trama, il link d’acquisto e via dicendo. Be’, non funziona. Finirete inevitabilmente inghiottiti nel mare magnum dei signor nessuno. Il vostro libro va raccontato, è vero, ma distinguetevi. Create la vostra pagina autore su facebook o il vostro profilo instagram e iniziate a pubblicare contenuti interessanti, che non siano per forza strettamente legati al vostro libro. Ciò che conta è che la gente sia interessata da quello che avete da dire. Se la vostra voce risulterà divertente, intrigante, arricchente, le persone di seguiranno e allora sarà sufficiente ricordare una volta che avete anche scritto un libro che quelle stesse persone saranno curiose di sapere cosa c’è scritto e lo compreranno. Perché? Perché siete interessanti, divertenti, intriganti, arricchenti e sarà del tutto normale voler sapere qualcosa di più su di voi.
8.      I social network possono aiutare e molto, a patto che si sappia come utilizzarli: legatissimo al punto precedente. Sì, facebook, instagram, ma anche youtube possono rivelarsi strumenti potenti di comunicazione e di contatto con le persone, a patto, però, che si sappia usarli. Non tutti siamo portati per fare gli influencer e alcuni di noi non hanno proprio idea di quale differenza ci sia tra l’avere un profilo personale su facebook e il farsi una pagina. Se non siete amanti di questo tipo di comunicazione, se siete più persone da contatto diretto, da relazioni faccia a faccia, forse questi strumenti non sono quelli giusti per voi. Se al contrario vi piace scattare foto, amate girare video, scrivere post di riflessioni varie, allora sì, sfruttate questo mondo. Non esiste una regola generale su quale sia il modo migliore per raggiungere il vostro pubblico, quel che è certo è che dovete sentirvi a vostro agio per poter comunicare al meglio con i vostri lettori e dovete quindi trovare il canale che vi permette di farlo nel modo migliore e imparare a usarlo.
9.      Perché i bookblog sono utilissimi: ultimamente si fa un gran parlare di questi bookblogger. Se siete qui, a scorrere queste righe, di certo avete un’idea di cosa siano. In sostanza si tratta di persone appassionate di libri a diversi titoli che hanno deciso di aprire uno spazio nel mondo di internet per condividere questa loro passione con gli altri. Ovviamente anche qui ci sono i furbi, quindi, se siete alle prime armi, sappiate che non tutti i blog sono l’Eden (incontrerete chi vi chiederà soldi in cambio della recensione, chi vi chiederà di acquistare il proprio libro in cambio del vostro da leggere per una recensione, chi spaccia libri piratati per ottenere followers, insomma, non vi racconto nulla di nuovo). Ma non disperate, di bookblogger ce ne sono tantissimi e non avrete difficoltà a trovarne di seri e professionali. Sono questi ultimi quelli che contano. Quelli seri e professionali sono i blog degli appassionati, che variano i loro post, cercano di offrire sempre un parere onesto e sincero, nel bene e nel male, senza giudizio, sono disponibili e non disdegnano di leggere anche opere di neofiti sconosciuti. I bookblogger potrebbero essere i vostri alleati più preziosi, non dimenticatelo.
10.  I prezzi di copertina: avete terminato il vostro libro, lo avete corretto, sistemato, avete la copertina giusta, è arrivato il momento di decidere il prezzo. Be’, se avete una casa editrice, molte delle nostre riflessioni qui non vi interessano, se invece siete self, la decisione sta a voi. Per il prezzo del cartaceo, non avrete molto margine di manovra, c’è un prezzo sotto al quale non potete andare perché la carta stampata ha un costo, quindi cercate di tenervi il più possibile in linea con i prezzi dei libri del vostro genere (poesie, gialli, romance, fantasy, noir, thriller, horror, saggi, manuali, ecc.). Sull’ebook, invece, avrete più possibilità di scelta. Qui state attenti: se siete alla prima pubblicazione, non in molti vi conoscono, non strafate, mantenevi bassi, consideratelo un investimento in pubblicità. Se, al contrario, avete già esperienza in questo genere di cose, di certo avrete un’idea più precisa di quale dovrebbe essere il prezzo giusto per vendere la vostra storia.
Allora, siete pronti a lanciarvi? Spero di sì, ma in ogni caso, sappiate che nei prossimi appuntamenti vedremo di approfondire questo decalogo in compagnia di esperti del settore che risponderanno alle nostre e alle vostre domande, quindi rimanete sintonizzati e, se avete curiosità, dubbi, perplessità, non esitate a manifestarcele (scriveteci sui nostri social con gli hashtag #consiglidiscrittura e #il27diAngie e taggateci o commentate questo articolo, le raccoglieremo e le gireremo all’esperto più adatto a soddisfare le vostre curiosità). Siamo qui per servire ;)
Bene, per ora è tutto, io vi aspetto al prossimo mese, con un nuovo appuntamento, nel frattempo vi auguro buone letture e un po’ di sole (non guasterebbe, eh?).

2 commenti

  1. Molto interessanti questi consigli. Molti li avevo sentiti anche altrove, ma alle volte ricordarci di cose che possono sembrare scontate è la salvezza. Non vedo l'ora di leggere gli approfondimenti!!!

    RispondiElimina