Recensione - Il miracolo originale di Massimo Marnicco



Titolo: Il miracolo originale
Autore: Massimo Marnicco
Editore: Argento Vivo
Pagine: 100
Prezzo: Cartaceo € 10,00

La leucemia ha colpito un bimbo di due anni e mezzo catapultando un intero nucleo familiare nel baratro della paura, e mettendo a dura prova ogni componente della famiglia. Ognuno di loro ha avuto un ruolo fondamentale e ha dovuto necessariamente mettere da parte per un lungo periodo di tempo esigenze e desideri personali. E quando la quotidianità per tutti diventa quasi insopportabile, con la vita sociale che si azzera completamente, emerge la forza dei bambini che accettano tutto, senza filtri, dando prova che la vera forza di andare avanti deriva dall'affidamento totale, nonostante tutto.
Ci sono delle cose della vita che sembrano essere destinate solo "agli altri".
Sono "gli altri" ad essere sfortunati, noi tutto sommato ci lamentiamo ma potremmo anche risparmiarcela, in fin dei conti proprio così male non stiamo...
Sono "gli altri" che muoiono: "poteva fumare di meno", "era sempre ubriaco", "non si è mai curato", "poverino quello sì che è stato sfortunato"... e mentre gli altri muoiono noi siamo sempre pronti a trovare delle giustificazioni, quasi a esorcizzare il nostro destino. 
E poi... e poi sono sempre "gli altri" quelli che si ammalano.
Sono sempre "gli altri" finché non succede a noi. O a un nostro caro.
A quel punto perdiamo improvvisamente l'uso della parola, e ci rendiamo conto di quante balle ci eravamo raccontati fino a quel momento. D'ora in poi, come cantava Tozzi: "gli altri" siamo noi.
Anche Massimo probabilmente, fino al 4 febbraio 2015, si godeva la vita, insieme alla sua famiglia, inconsapevole di quanto, da quel giorno, avrebbe letteralmente sconvolto e rivoluzionato la loro esistenza: la diagnosi di leucemia linfoblastica acuta a Asli, il suo bimbo di appena due anni. Un bimbo vivace, estremamente intelligente, forse solo un po' stanco. Si era accorta che qualcosa non andava, la mamma... d'altronde si sa, le mamme, per quel legame unico ed irripetibile che hanno instaurato col figlio durante la gravidanza, imparano a "sentire" anche i silenzi, e oltre.
In quel momento, a Massimo il mondo è caduto addosso. Non sapeva da che parte trovare sostegno, poteva solo navigare a vista, affidandosi ai medici e a tutte quelle parole a cui aggrapparsi e di cui aveva un disperato bisogno per sperare: sperare che non si trattasse di una forma troppo aggressiva, che si potesse curare. Nell'urgente, disperato bisogno di urlare, Massimo decide di affidare i suoi pensieri, le sue preoccupazioni e i racconti della sua nuova vita ad un diario, nel quale annoterà momenti di forte sconforto, senza mai però smettere di sperare. Usa parole semplici Massimo, quelle che ha nel cuore, quelle che possono essere comprese da tutti. 
Dalle sue pagine esce l'uomo in tutta la sua vulnerabilità, l'uomo che si rende conto dei propri limiti e dei propri bisogni, l'uomo che scopre di essere geloso dei suoi figli quando la madre da loro troppa attenzione e lui, come un neonato, ma con gesti adulti, urla tutta la sua rabbia, ovvia conseguenza della situazione contingente. Esce anche l'uomo che si sente abbandonato dagli amici, quelli con cui era convinto di avere un buon rapporto: ma in queste circostanze, anche chi abbiamo vicino perde improvvisamente l'uso della parola, perché non sa cosa dire, o cosa chiedere, o forse perché teme di ricevere cattive notizie. Eppure, nonostante questo pensa di loro: "mi piace pensare che stiano pensando a noi in silenzio". E' un uomo di grande dignità Massimo.
Intanto proseguono le terapie di Asli, lunghe e invasive, chemio e radio oltre a massicce dosi di farmaci, e quasi sempre è sottoposto a ricoveri ospedalieri. Accanto a lui, in ogni momento, la mamma. Massimo c'è quando può: a casa infatti oltre al lavoro, lo attende Daniele, il figlio di 4 anni, che inevitabilmente, se pur inconsapevolmente, si trova attore di un atto che nemmeno i genitori, quelli che pensavano di avere previsto e calcolato tutti, erano pronti a recitare.
Non esiste più tempo per la condivisione della quotidianità, quello che si ritagliavano Massimo e la moglie di ritorno dal lavoro, o il tempo dell'intimità prima del sonno. Eppure il tempo passa lentissimo, nell'attesa dei risultati delle nuove analisi o nella condivisione di quegli spazi che diventano dapprima troppo stretti e poi troppo ampi. Non esiste più mangiare quello che capita, perché anche i pasti hanno delle regole precise. Non esiste più uscire quando e quanto volevano, perché saranno costretti ad un isolamento forzato.
Ciò nonostante sarà sempre Asli, il piccolo guerriero, che riuscirà a trasmettere forza, coraggio e fiducia alla sua famiglia. Asli non lo sa, ma la sua vita dipenderà da quella del fratello. Da quel momento in poi i due diventeranno fratelli, oltre che per sangue, per scelta: la scelta di donare la vita per la vita, compiendo così il Miracolo Originale.
Quella che ci racconta Massimo Marnicco, con spirito di condivisione e abbraccio sociale, è una storia vera, la sua. Ha voluto rendersi testimone non solo delle difficoltà, ma anche del grande insegnamento che gli ha dato questa esperienza, "nella speranza che accettando il dolore come un'emozione inevitabile per raggiungere la felicità, tutte le paure vengano superate, nonostante tutto".
Grazie Massimo per la tua testimonianza, per averci insegnato che la presunzione non paga mai, che l'amore è l'unico vero collante tra persone, che la speranza è un lumicino da tenere sempre acceso, e che... "gli altri siamo noi".


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