Recensione - La famiglia tradita di Beatrice Renga

Autore: Beatrice Renga
Editore: Il seme Bianco
Genere: Romanzo
Pagine: 120
Prezzo: Cartaceo €12,90


Vittoria ha quattro anni quando, con tutta la famiglia Robotti, deve abbandonare il palazzo di famiglia e ricominciare una nuova vita. L’inganno dello zio Aldo per ereditare l’impero industriale del nonno getta la famiglia Robotti nell’indigenza. Solo l’unione, la forza e la furbizia di quella bambina ormai donna farà sì che la sua famiglia riconquisti ciò che le era stato sottratto.
Questa è la storia di una famiglia: una famiglia di quelle che ormai non esistono quasi più, numerosa e affiatata; una di quelle che, se siamo fortunati, possiamo ritrovare solo nei racconti dei nonni, magari una sera di Natale quando ci troviamo tutti riuniti di fronte al camino acceso e che, se abbiamo l'accortezza e il rispetto di posare i cellulari, ci potranno regalare sorprese ed emozioni inaspettate ed introvabili nella quotidianità. Perché i loro erano "altri tempi", "altri valori", "altri legami".
E' proprio in altri tempi, altri valori ed altri legami che ci traghetta Beatrice Renga ne "La famiglia tradita", suo romanzo d'esordio, facendoci fare un tuffo nel passato e portandoci nella vita di Vittoria, una bimba nata a metà degli anni Cinquanta in una famiglia molto ricca e agiata che, grazie alle intuizioni imprenditoriali e alla determinazione del nonno, è divenuta una delle famiglie più potenti e ricche della città, e non solo. Quella di Vittoria e dei suoi familiari è una vita fatta di agi e di benessere, che probabilmente in molti le invidiavano; lo fu finché arrivò un "momento". E "da quel momento cambiò tutto".
Non vi svelo la trama del romanzo perché sono certa che vi basterà leggere le prime pagine per sentire nel cuore il desiderio di non smettere. E arriverete d'un fiato fino alla fine.
Voglio però spendere parole di stima e di apprezzamento per i personaggi e lo stile descrittivo di Beatrice, dedicandomi in modo particolare a Vittoria, la protagonista, che ci accompagna nel suo racconto da quando aveva 4 anni all'età adulta. Vittoria è da sempre sensibile ed intuitiva, doti che crescendo ha saputo riconoscere, valorizzare e sfruttare per salvare la sua famiglia; Vittoria ha un cuore grande, ed una profonda ammirazione per quella nonna che da sempre le ha ispirato grande fiducia e che le ha trasmesso i valori veri della vita, quelli che durante le intemperie e le burrasche permettono di salvarsi. Vittoria conoscerà il senso del sacrificio insieme alla sua famiglia, lotterà per difendere la dignità della nonna e dei suoi cari, quelli che suo zio aveva tradito. Vittoria è una donna che trova il coraggio di dichiarare il suo "segreto", e lo fa a testa alta, con tutto il tatto e il rispetto di cui è capace. 
Non solo Vittoria, bensì tutta la famiglia qui descritta è degna di profondo rispetto e ammirazione, e - oso dire - dovrebbe essere modello auspicabile per la costituzione di una nuova società: una società in cui "i giocattoli rotti si aggiustano e non si buttano", in cui i momenti di profonda crisi economica danno vita a nuove progettualità, in cui si sta "insieme" perché è solo stando insieme che si possono unire le forze e trovare, vicendevolmente, il coraggio e le idee per fronteggiare le situazioni della vita; e ancora una società in cui il più debole viene aiutato e mai giudicato, una società in cui, dove il braccio di uno non trova il coraggio di chiedere aiuto, trova la mano del fratello o del cugino pronto ad aiutarlo; una società in cui uomini e donne sono parimenti indispensabili, e si supportano complicemente tra di loro. 
Grazie Beatrice, perché leggendo il tuo romanzo hai accresciuto la mia convinzione e la mia determinazione ad essere sempre più uguale alla mia nonna, che per me è stata modello di vita esemplare incarnando quotidianamente quelle virtù e quei valori in cui mi ha insegnato a credere, e che permettono di costruire una famiglia sana e forte. 
Lettura consigliatissima, e... passate parola 😊

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