"Una notte buia di settembre" di Valerio Marra

 Buongiorno, readers 💜

Come promesso oggi vi parlerò di Una notte buia di settembre, il romanzo di Valerio Marra (edito da Newton Compton) che avevo già introdotto in occasione dello speciale di Halloween (chi se lo fosse perso lo trova qui) in cui avevo intervistato l'autore e avevo giocato con lui sul tema dell'omicidio 💀

Adesso però vorrei entrare nel vivo del racconto, perché il libro di Valerio oltre a intrattenermi con un bel mistero ha suscitato in me diverse riflessioni... Ma prima di cominciare, vi ricordo ancora i link d'acquisto dell'opera: qui trovate il cartaceo e qui la versione digitale 😊

Detto ciò, non indugiamo oltre!

 

 


 

Una notte buia di settembre è innanzitutto un giallo: ovviamente non può mancare il cadavere, nella fattispecie quello di un musicista ritrovato nel proprio appartamento con accanto una chitarra elettrica cui manca una corda. Dopo alcune indagini il protagonista Lorenzo Festa e i suoi uomini (in particolare l'agente Russo e l'agente Conti) scoprono che la vittima Angelo Donati era a corto di soldi e soffriva di una dipendenza piuttosto pesante dalla droga, circostanze probabilmente legate tra loro anche perché pare che la band in cui Donati suonava non stia passando un buon momento. Tutta questa serie di sciagure potrebbe dunque avere determinato sia le condizioni economiche sia i problemi personali del morto. Il ritrovamento di un certo oggetto accanto al corpo fa pensare al commissario Festa che il colpevole dell'omicidio possa essere un collega e amico del musicista, dato che tra l'altro la porta dell'appartamento non presenta segni di forzatura e quindi l'assassino deve essere stato spontaneamente invitato a entrare dallo stesso Donati. 

La verità però non è mai scontata, e soprattutto il lavoro del detective non è mai così semplice, e prima di arrivare alla conclusione del caso Festa e il suo team dovranno tribolare un bel po' tra fidanzate deluse e stati di Facebook insinuanti. All'indagine si intrecciano poi i destini di altri personaggi, come quello del liutaio Sisto Grandetti e del suo amico compositore Amerigo Zevi; vedremo le loro vite sospese come il sole al tramonto, e vedremo il bisogno d'amore del sostituto commissario Moretti e il dilemma del magistrato Antonella Greco, combattuta tra un sentimento che sembra prometterle solo tormenti... e l'assenza di esso, la quale però lascia un senso di insipido nella sua vita. Entreremo in casa dell'agente Russo, sollevando il velo del suo carattere sempre caciarone per scoprire le tensioni, le piccole gelosie e i sogni irrealizzati (o non ancora realizzati?) che aleggiano dentro di lui.

Questa vita pulsante pare ruotare intorno al cadavere di Angelo Donati, come a dire che la vita non si ferma neppure davanti alla morte e che anche con un assassino in giro le persone non smetteranno mai di amare, di desiderare, di mettersi in gioco. Persino un commissariato può essere un microcosmo a sé con le sue lune, i suoi satelliti e il proprio asse attorno a cui tenersi in equilibrio.

Al centro di tutto c'è ancora il vecchio Lorenzo Festa (dico vecchio perché sembra averne viste più degli altri), un personaggio che a confronto della spontaneità di Russo può apparire granitico ma che sotto sotto mi sento un po' di compatire, come mi capita spesso di compatire i personaggi forti; premesso che finora non ho avuto modo di leggere gli episodi precedenti della serie, il mio "primo incontro" con lui è avvenuto a pagina 14 di Una notte buia di settembre... e forse mi sarò fatta dei film inutili, eppure quando lui risponde "Qui a Frascati è stata un'estate tranquilla" alla domanda di Russo sulle ferie ho percepito una certa malinconia e tanta stanchezza. Persino un tocco di ironia, come se il commissario stesse silenziosamente ringraziando i numi per avergliela mandata buona per qualche mese.

La forza, la freddezza e l'umanità sono caratteri peculiari di parecchi grandi investigatori della letteratura, tra i quali è impossibile non includere il benamato Sherlock Holmes; ora non credo che Festa sia un novello Sherlock, perché i suoi tratti sono molto più contemporanei, però mi viene in mente che Holmes suonava il violino e penso alla melodia che si doveva sentire di tanto in tanto passeggiando per Baker Street la sera: quella melodia diceva che al 21B ci sarebbe sempre stato uno Sherlock Holmes, con le sue follie e la sua maniacale energia. E forse l'eco di quel violino risuona un poco anche in Lorenzo Festa: ci sarà sempre un'estate che torna a Frascati, come ci sarà sempre un nodo ingarbugliato e ci sarà sempre un uomo che senza troppo rumore lo scioglierà. Ci sarà sempre qualcuno che muore, ma ci sarà sempre anche un amore che nasce gabbando divieti e insicurezze.

Ci sarà sempre la musica, altra immensa protagonista del romanzo, la musica che si prende la libertà di non spegnersi anche se gli uomini passano; proprio sul finale Festa compie un gesto che mostra come anche la giustizia talvolta accetti di tacere e aspettare per non interrompere la musica.

Una notte buia di settembre secondo me è l'incarnazione dello stesso settembre: un mese un po' malinconico, ancora visitato dalle voci (o dai fantasmi) dell'estate, perché la malinconia fa rumore a differenza della tristezza. Quando il buio ti sorprende per la strada puoi solo mettere le mani in tasca e alzarti il bavero della giacca, ed è così che mi immagino il commissario Festa che torna a casa dopo avere arrestato l'assassino, e l'agente Russo e Angelo Donati, e Grandetti e Zevi. Li immagino andare via in una notte di settembre.


Perciò miei cari, vi consiglio davvero di leggere questo romanzo che è vicino al thriller classico e nello stesso tempo lontano da esso. Inoltre vi raccomando di passare anche dal profilo Facebook di Valerio Marra (qui) per restare aggiornati su tutte le novità dell'autore 😊

Io vi saluto e come sempre vi do appuntamento alla prossima emozione librosa. Stay bookish!

Elisa 🌸

 

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