Buon secondo giorno d'estare, readers! 💜
Spero che siate entrati nella nuova stagione con gioia, e che (almeno voi) in questo momento mi stiate leggendo dal bordo di una piscina o sulla spiaggia 😂
Come avrete intuito già dal titolo, l'articolo di oggi sarà "speciale". Prima di spiegarvi di cosa si tratta, però, permettetemi di presentarvi l'evento che lo ospita e il libro di cui parleremo.
Giallo 238 è un romanzo di Paola Montorfano, un giallo che ho avuto il piacere di leggere e che ho trovato assai originale; un'opera che fa della diversità rispetto ai thriller e ai polizieschi classici il suo punto di forza, a cominciare dalla protagonista. Credo che presto le dedicherò una recensione, intanto vi lascio come sempre i link d'acquisto: qui trovate il cartaceo e qui il digitale 😊 Come dico spesso, avere un libro nella borsa del mare è la norma. Avere un giallo è classe.
Per quanto riguarda il BlogTour, vi rimando alla presentazione dell'evento sul blog Le letture di Adso (qui): nel post troverete tutti gli argomenti delle tappe e i siti su cui verranno discussi nei prossimi giorni 😊
Come avrete ormai capito, il tema di oggi sarà l'ambientalismo; e si tratta davvero di un tema speciale, secondo me, perché la sua presenza è uno dei tratti distintivi del romanzo di Paola. Pensateci un attimo: in genere i libri gialli non lasciano molto spazio a tematiche secondarie rispetto alla trama principale, ci avete fatto caso? Ovviamente ci possono essere storyline minori legate ai personaggi (anzi di solito la narrazione porta sempre avanti un filone d'azione e uno personale/sentimentale), ma quello che voglio dire è che non sempre i gialli danno adito a riflessioni più ampie. Spesso l'attenzione del lettore viene del tutto assorbita dagli omicidi e dalla necessità di scoprirne il colpevole, e in fondo è giusto così perché un thriller è bello se riesce a far morire il lettore dalla voglia di risolvere il mistero. Per mescolare una trama avvincente e una riflessione più universale occorrono equilibrio e una certa consapevolezza narrativa, quindi inserire una sottotrama in un romanzo giallo può essere parecchio difficile: basta una sbavatura e la componente thriller rischia di passare in secondo piano, o al contrario se la sottotrama non è ben amalgamata al resto sembrerà buttata lì senza motivo.
In questo caso credo che la tematica dell'ecologismo sorga così spontaneamente nella storia non solo perché l'autrice ha trovato il modo di costruire la componente thriller proprio su un elemento di natura ambientale (così le due cose sono un tutt'uno, non ci sono una trama principale e una sottotrama), ma anche perché il bisogno di proteggere l'ambiente scongiurando eventuali disastri è implicitamente equiparato al bisogno di salvare vite umane: se la protagonista Charlotte e il suo assistente permettessero che la formula cui stanno lavorando venisse usata per scopi egoistici, se non lottassero per impedirlo e se non arrivassero a scoprire tutto il marciume di cui può mcchiarsi l'animo umano quando in ballo ci sono interessi economici, sarebbe né più né meno che un delitto.
Forse Charlotte non è un'investigatrice, forse non ha un distintivo e non è votata a difendere la giustizia, ma sente nel proprio ruolo la responsabilità verso qualcosa di molto, molto grande: il futuro dell'umanità e quello del pianeta stesso.
Ed è anche nella voce narrante di Charlotte che si trova l'elemento di unione tra la componente thriller del romanzo e quella ambientalista: lei è determinata, è intelligente, ragiona con la sua testa senza perdere di vista la propria etica; ma nel suo raccontare la storia in prima persona, nel suo mostrare al lettore i pensieri che le attraversano la mente oltre che le parole, c'è una profonda sensibilità e, mi è parso, qualcosa di ancestrale. Charlotte è una scienziata, però sa anche uscire dal laboratorio, per così dire: conosce il mondo, ama la vita e ama le persone che hanno un valore per lei. Quindi non può che amare tutte le cose belle che esistono, e per proteggerle lavora affinché possa esserci un futuro "buono" per l'umanità che verrà poi. Quando sente che l'equilibrio del suo intento è minacciato, non accetta di starsene zitta senza fare niente.
Forse sto andando leggermente off topic, eppure mentre scrivo mi tornano in mente le parole di I colori del vento, la canzone più famosa del film Pochaontas (guardate un po' dove vi porto con la mente 😅): "ma solo se difenderai la vita scoprirai le tante cose che non sai".
Beh, Charlotte non è una creatura innocente come Pochaontas, anzi ha talenti e conoscenze che le permettono di manipolare la natura; e proprio per questo il peso delle sue scelte è mille volte più determinante. Ma il concetto che l'autrice esprime nel suo libro forse sarebbe caro anche alla bella indiana di disneyana memoria: chi salva o cerca di salvare il mondo che ci circonda, salva tutti. Non è più solo questione di risolvere un singolo omicidio, né di far rispettare le leggi create dagli uomini. Si tratta di... Tutto.
Bene tesori miei, ora passo con piacere il turno al blog Il Colore dei libri, che domani ci parlerà direttamente con la voce di Paola in ocassione della sua intervista 😍 Intanto se volete essere sicuri di non perdere nessuna tappa e di restare aggiornati circa le novità del libro, vi invito a mettere un like alla pagina Facebook dell'autrice (qui).
Io vi saluto e vi lascio all'estate che avanza. Quando godrete del mare e del sole e della sabbia sotto le dita, ricordatevi da dove vengono tutte quelle meraviglie e cosa possiamo fare per proteggerle.
E, come sempre, stay bookish!
Elisa 🌸
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