Blog tour — Glass Ceiling — POETX di Elizabeth Acevedo


Buongiorno Tesori! Eccoci oggi ad un blogtour a cui tengo molto, perché parla di un problema attuale che ho affrontato molte volte anche nella vita personale: il Glass Cealing. 

Sapete cosa sia? No? Male! perché potreste aver impattato contro questo vetro milioni di volte senza saperlo. 

Andiamo a scoprirlo assieme:

Il glass ceiling è infatti un tetto di cristallo, una barriera impenetrabile, infrangibile e decisamente invisibile che impedisce alle donne di avanzare di carriera e di potersi realizzare appieno nel mondo del lavoro per colpa di un solo fattore: il loro genere. 

Il tetto di cristallo è infatti una barriera che separa il mondo del lavoro dividendo chi riesce a salire alle cariche dirigenziali da chi invece viene relegato solo a determinati lavori o, ancora peggio, a determinate riduzioni di stipendio dovute a scuse assurde e improbabili. 

Avete mai sentito un vostro amico dire che ha perso il lavoro solo perché ha detto che avrebbe voluto avere figli? Avete mai sentito un ragazzo venire rifiutato come commesso perché ha la fidanzata? No?  beh, vi devo confessare che io purtroppo ho sentito entrambe ma da una ragazza. Ma se questa è pura e bieca discriminazione di genere, il tetto di cristallo è peggio perché nella sua deformazione arriva persino a far sembrare impossibile la sua esistenza. 

Il glass ceiling è infatti un tetto di separazione ma che non si ferma a fare da semplice scolino al contrario facendo salire ai vertici solo determinati generi e categorie, ma è anche il vetro che porta allo scoglio. Ma ora ci arriviamo... iniziamo dal principio. 

Nel mondo del lavoro esistono dei posti, delle poltrone, che sono ormai di default assegnate a determinate persone. Stiamo parlando delle cariche dirigenziali, manageriali, chiamatele come volete: le cariche di quelli che di solito sono i vertici. 

Queste sedie non sono per noi donne, ma non sono neppure per chi è diverso, sia questa una diversità religiosa, etnica, politica o di fantacalcio. Il diverso rimane da questa parte dello scolapasta, da questa parte del vetro.

Avete mai visto i vecchi film dove dolci orfanelli pigiano il muso e il nasino sul vetro guardando i ricchi che mangiano dolci? Ecco, la stessa cosa. 
Che Che sia perché non si pensa che le donne siano in grado di fare alcune cose o perché c ci si immagina ancora la donna come l'angelo del focolare, il fatto finale è che noi si resta a guarda gli altri mangiare torte e pasticcini.

Una volta entrate in azienda la storia è sempre la stessa: 

Sei forte? Imiti l'uomo. 

Sei debole? È perché sei donna.

Non sei disponibile h24? Hai figli, vero?

Non hai figli? Sei reperibile h24.

Sbagli qualcosa? Ovvio, sei donna. 

Sei arrabbiata? Hai il ciclo.

Fai sette cose assieme? Potevi farne 12. 

Urli? Sei emotiva e hai il ciclo. 

Licenzi? Sei puttana.

Ti innamori sul posto di lavoro? Leggi il punto sopra. 

Vuoi un aumento? Pretendi troppo per quella che sei.

Ottieni un aumento?  L'hai data. 

Sei dolce? Sei debole. 

Sei vestita casual? SeiSei sciatta.

Sei elegante? Salai di qualche linea... non ho voglia di ripetermi. 

Vuoi un lavoro? Per comprare idiozie. 

Hai la macchina? Non puoi saperla guidare. 

Sai guidare? Sei un uomo.

Leggi libri? Sei donna quindi leggi romance, vero?

Leggi horror? Sei strana.

Sai sparare? Sei strana. 

Vuoi diventare il capo dell'azienda? Sei ridicola. 

Potremmo andare avanti così per ore. Mettete un bel vetro tra i punti di domanda e le risposte ed eccovi il vostro vetro di cristallo. Bello vero? 

Questo vetro è quello che vi impedirà di avere un aumento, di avere un lavoro, di avere rispetto. È quello che vi chiederà di vestire elegante e non di avere tre lauree perché l'aspetto varrà sempre di più. È quello che vi dirà che il vostro collega vi passerà davanti perché è un uomo e, si sa, lui è meglio in tutto, anche se tutto il lavoro glielo avete fatto voi per anni. 

È il vetro che vi relega ad esser viste come infermiere e non come dottori. Che vi relega ad essere assistenti ma mai manager. 

Eppure... eppure starete pensando... ci sono capi di azienda donne! Ci sono capi di stato donne! Ci soni sono cariche alte date a donne. 

Sapete cosa è il bello dei bias cognitivi? Che il solo fatto che dobbiamo pensare e ragionare se ne abbiamo mai viste è il motivo per cui so che ce ne sono poche. 

Nessun uomo pensa: "Ci sono capi di industria come me?". Basta guardare il TG e ne vede venti. Una donna non può farlo perché sono così poche che deve cercarle su google e controllare chi siano perché non le ha mai viste. 

Come lo rompiamo? Non lo so. Ma so una cosa: mi sono rotta che il vetro non si rompa ed è tempo di non essere più solo donne e uomini ma di essere lavoratori, laureati, meritevoli e basta. 

E voi? Anche voi avete vissuto il tetto di vetro?

Come sempre... alla prossima.

F.R







ps. Non ho usato volutamente la Ə perché non è un linguaggio inclusivo se poi non la possono leggere tutti e moltissimi DSA non riescono a leggere nulla con quel simbolo. In italiano il genere neutro è il maschile. Punto. Ne si prende atto e si va avanti. Non è cambiando come si costruisce il plurale che si combatte il tetto di vetro, ma cambiando cose più importanti e più radicali. 

Detto questo mi congedo. Da domani torniamo il solito BLOG, oggi ci siamo presi una pausa per fare un grido e respirare, da domani si torna a guardare ai nostri grandi amori e alla nostra felicità.







 

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