Review Party "Noi siamo vendetta" di Diego Di Dio

Buongiorno, readers! 

Come andiamo? Fa freddo da voi? Vi dico solo che da me ieri mattina c'era una nebbia così fitta che non si vedeva letteralmente nulla 😂

Infatti ne ho approfittato per leggere il libro di cui sto per parlarvi, perché... Diciamo che un panorama misterioso è un ottimo sottofondo per questa lettura 😊

Prima di addentrarci nel vivo della recensione, però, lasciatemi dire due cosette sull'autore. Diego Di Dio è scrittore, editor e agente letterario, nonché titolare dell'agenzia Saper Scrivere (qui il sito e qui la pagina facebook, per chi volesse dare un'occhiata al suo lavoro); a oggi la sua opera più importante è il thriller Fore Morra, edito da Fanucci, ma Diego ha pubblicato anche numerosi racconti in e-book con Delos Digital: il libro di cui parleremo durante il Review Party di oggi (mi raccomando, non dimenticate di seguire gli altri blog partecipanti per conoscere le loro opinioni in merito 😊) è appunto una raccolta formata da tre racconti brevi, tutti a tema thriller con interessanti sfumature horror e forse anche un pizzico di fantasy alla Stephen King.

Perciò bando alle ciance, ecco la mia recensione di Noi siamo vendetta!

 

 


 


Come sempre, la prima cosa che vi lascio è il link d'acquisto dell'opera: qui trovate l'e-book, oppure potete cercarlo direttamente sul sito di Delos 😉

Cominciamo dal primo racconto, Il canto dei gabbiani: basta il titolo per richiamare alla mente del lettore esperto il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, e infatti la citazione che apre la storia appartiene proprio a Bach.

In questo caso però il protagonista non è un gabbiano ma un uomo: Giulio vive al mare, o forse vive di esso poiché il mare è presente fin dalle prime parole della narrazione ed è descritto in modo così vivido che anche a me, mentre leggevo, sembrava di sentirne il profumo salmastro. Avete presente quelle storie metropolitane in cui la città diventa a sua volta un personaggio e influenza e cambia i protagonisti? Ecco, qui la stessa funzione è svolta dal mare. Ho l'impressione che se il racconto fosse stato ambientato altrove molte cose sarebbero state diverse: non ci sarebbe stato un gabbiano, innanzitutto; il protagonista non l'avrebbe incontrato, non gli avrebbe dato un nome, non avrebbe instaurato una sorta di rapporto con lui. E i gesti di Giulio non sarebbero stati altrettanto lenti e ponderati, forse: leggendo mi pareva di vedere il sole luminoso ma soffocante battere senza sosta sulla mente del protagonista e riempirla con il silenzio della spiaggia, quel silenzio che accompagna Giulio quando prende una certa... Decisione circa sua moglie Elena; lo stesso silenzio interiore che in seguito gli permetterà di parlare di lei con il brigadiere Marco Bonelli mantenendo una calma invidiabile.

E quando poi la resa dei conti con Bonelli arriva, allora Giulio fa tutto ciò che ritiene necessario per proteggere il suo segreto: e lo fa con flemma e decisione, come se fosse inevitabile. Perché "le cose devono stare in ordine", e se una moglie infedele o un brigadiere innamorato rischiano di sconvolgere il loro ordine naturale... Qualcuno deve porvi rimedio, altrimenti non ci si capisce più niente.

L'immagine che mi rimane in testa quando penso a questo racconto è proprio quella di una mente su cui batte forte il sole; una mente che non riesce a fermarsi anche se il sole la fa pulsare e dolere. Il sole che cuoce la mente di Giulio è la gelosia, e la gelosia si trasforma in lucida follia, e la follia in un vuoto chiaro come una spiaggia deserta. Ora che le cose sono in ordine, Giulio vede (o crede di vedere) limpido, mentre gli amici gabbiani puliscono via le vergogne della terra.


Il secondo racconto della raccolta si intitola I dodici apostoli ed è ambientato a Procida nei giorni prima di Pasqua. Anche in questo caso il contesto è importantissimo, poiché in sottofondo mi è sembrato di sentire quell'aura di sacro e profano che si respira spesso nel periodo pasquale: da una parte la primavera, le giornate che si allungano con la possibiltà di fare un po' più tardi la sera... Dall'altra il freddo delle chiese, la frugalità dell'Ultima Cena da celebrare quasi di nascosto, e la vaga malinconia del Venerdì Santo. A questo clima di audacia prefestiva si unisce, nel racconto di Diego, il brivido di un omicidio. Di più, anche quello dell'arte. Perché la vittima è un ragazzo morto prima di dipingere il volto di Cristo sulla statua che lui e alcuni altri stavano realizzando per la celebrazione dei Misteri. Provate a immaginare: un artista ucciso sul punto di terminare la propria opera nottetempo, coronandola con il viso del personaggio principale di tutta la composizione. Qualcuno potrebbe quasi pensare che il delitto sia stato compiuto da un altro artista, disposto a eliminare Bruno pur di impedirgli di completare l'opera. D'altronde con l'arte non si scherza, e con le tradizioni nemmeno... Non se tali tradizioni sono diventate viscerali nell'immaginario di un popolo.

E per quanto Noi siamo vendetta sia un'opera dai toni oscuri, nel finale di questo racconto (che ovviamente non vi svelo) non ho potuto non vedere un filo di luce, data la decisione disperata di un padre che grazie all'arte può in qualche modo riunirsi a una persona che non c'è più: perché un'opera d'arte può tenere sempre insieme due mani diverse sullo stesso volto dipinto. Uno spiraglio di luce in un mondo capace di uccidere persino di Giovedì Santo. Uno spiraglio di luce nel primo mattino, con la processione dei Misteri e una folla eccitata che aspetta la Pasqua.


Il terzo e ultimo racconto della raccolta è L'uomo dei cani, e per quel che vale è in assoluto il mio preferito perché in esso la dimensione del sogno e del subconscio hanno un ruolo molto importante. L'argomento sogni mi ha sempre incuriosita, e nel protagonista Michele ho ritrovato quella che io chiamo la "consapevolezza inconsapevole" tipica di chi ha qualche capacità non comune. Michele ha sempre avuto il dono di prevedere i suoi sogni prima di sognarli, o meglio è in grado di accedere a una sorta di anticamera del sogno appena prima di addormentarsi: quando si trova in bilico tra il sonno e la veglia prova delle sensazioni che gli fanno capire cosa sognerà durante la notte e soprattutto se si tratterà di visioni piacevoli o funeste. Parlo di inconsapevolezza perché Michele non sa da dove derivi quel talento, né l'ha mai cercato o usato per scopi particolari... Semplicemente è qualcosa che fa parte di lui, come il suo naso oppure il suo carattere. Quella cosa è lì e lui forse non può nemmeno comprenderla, deve soltanto conviverci.

D'altro canto trovo che in Michele, e in tutti i personaggi dotati di poteri "speciali", ci sia anche una specie di consapevolezza nascosta, una specie di intuizione che li guida anche se non se ne rendono conto. Michele crede di essere estraneo a gran parte degli avvenimenti (anche qui, un omicidio non può mancare 😱) che si verificano attorno a lui, eppure una forza sotterranea lo fa avvicinare all'uomo dei cani e gli fa stringere con lui uno strano legame: è l'uomo dei cani ad apparire in uno dei suoi sogni, ed è l'uomo dei cani a raccontargli chi è l'assassino e come sono andate le cose. Egli permette a Michele di chiudere un cerchio importante, e il tutto avviene attraverso un sogno.

Ho adorato l'atmosfera onirica di questo racconto, mentre il finale (parlo proprio delle ultime parole della storia) è qualcosa di poetico e potente: nulla nella vita di Michele è mai stato casuale, né il suo dono né tutti i sogni apparentemente inutili sulla madre né il suo incontro con l'uomo dei cani; tutto ha sempre avuto un significato, e i sogni ricorrenti sono la prova che se qualcosa "disturba" la mente è perché aspetta di trovare il proprio senso.

Anche se a pensarci bene tutti i racconti di Noi siamo vendetta contengono un poco di magia: nel primo abbiamo il mare, presenza silenziosa che assiste alla follia di Giulio; e nel secondo troviamo l'arte e la preghiera, due modi con cui l'uomo raggiunge il sovrannaturale. 

Noi siamo vendetta è un'opera in grado di solleticare la psicologia e i sentimenti in ugual misura. Una lettura che consiglio assolutamente sia agli amanti del thriller, che qui troveranno pane per i loro denti, sia a chi ama in generale i racconti intensi.

E con questo credo di aver detto abbastanza 😊 Quindi correte a leggere Noi siamo vendetta, anche perché la prossima settimana vi parlerò di uno speciale Giveaway dedicato al libro... Stay tuned! 😉

Elisa 🌸

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