Non solo carta #6 - Dragon Trainer, la trilogia



È uscito da poco il terzo e conclusivo capitolo della trilogia dei draghi e dei vichinghi: Dragon Trainer (o in lingua originale, How to train your dragon), della Dreamworks.
L’isola di Berk è abitata da 300 anni da un villaggio di vichinghi. 300 anni passati a combattere i draghi.
Perché a Berk i draghi sono un problema serio, attaccano, uccidono, bruciano e rubano il cibo.
Qui comincia la nostra storia, durante uno dei soliti attacchi dei draghi. Il villaggio intero sta combattendo per proteggere il bestiame, tutti, tranne Hiccup.
Hiccup (nome che in italiano significa singhiozzo) ha 15 anni e, al contrario di tutti gli altri nel suo villaggio, è piccolo, mingherlino e totalmente imbranato. Non ha la minima forza fisica e davvero poca apprensione allo scontro fisico. Il suo dovere all’interno del villaggio è quello di lavorare come fabbro assieme al suo mentore Scaracchio, vecchio vichingo privo di una gamba e di un braccio.
Ma Hiccup vuole dimostrare a tutti che non è solo uno scricciolo da difendere, che anche lui può essere un vichingo uccisore di draghi, così, grazie alle sue straordinarie abilità di inventore, crea una macchina spara reti che catturerà un drago per lui.
Hiccup ambisce alla tanto agognata Furia Buia, razza di drago tra le più rare, misteriose e pericolose, tanto che nessuno l’ha mai vista.
Così come nessuno vede il ragazzo colpirne una con la sua macchina, ma tutti vedono l’Incubo Orrendo che lo insegue e che dà fuoco al villaggio, drago dalle lunghe zanne e con la cattiva abitudine di darsi fuoco.
Imbarazzato dall’ennesima delusione causata a suo padre, Stoik l’Immenso, capo villaggio e temutissimo ammazza draghi, e dalle prese in giro degli altri ragazzi del villagio, Moccicoso, Lisca di Pesce, Testa Bruta e Testa di Tufo (gemelli) e Astrid, Hiccup va nella foresta a cercare il drago da lui abbattuto, così da poterlo uccidere e dimostrare la sua reale “vichingaggine” al padre e ai compagni.
La Furia Buia appare maestosa nonostante la rete che la blocca, nera come la notte e sinuosa, Hiccup la guarda, quasi reverenziale, poi afferra il pugnale pronto a uccidere la creatura.
Però non ce la fa.
Hiccup slega il drago, che nonostante possa ucciderlo lo lascia andare (dopo averlo spaventato per bene).
Da lì inizia a frequentare il drago, a studiarlo. Mentre Scaracchio addestra la nuova generazione (tra cui il ragazzo) alla guerra contro i draghi, Hiccup ne frequenta di nascosto uno.
Scopre che le Furie Buie hanno i denti retrattili e che inizialmente appaiono sdentate (da qui il nome del drago nero).
Impara che un drago con la coda ferita non vola, scopre quindi che Sdentato non se ne è ancora andato a causa della coda mutilata dalla ferita. Hiccup gli crea così una protesi in grado di funzionare solo con un pilota che la manovri. Volando con Sdentato, impara molte altre cose sui draghi.
Scopre che esiste un tipo di erba in grado di ipnotizzare i draghi (stile erba gatta), che mangiano qualsiasi tipo di pesce tranne l’anguilla, da loro odiata ferocemente, hanno un punto nel collo che, se adeguatamente grattato, addormenta ogni tipo di drago.
Sfruttando così i suoi trucchi, diventa il migliore del corso anti drago senza aver bisogno di usare la violenza, attirando su di sé l’ammirazione del villaggio e l’invidia di Astrid, che lo spia per capire qual è il suo segreto.
Hiccup però come migliore del corso, deve uccidere un drago davanti a tutti, così progetta di scappare con Sdentato. Lui non è un ammazza draghi, finalmente lo ha accettato.
Astrid però scopre il drago e Hiccup, per impedirle di andare a rivelare tutto agli altri vichinghi, le mostre le bellezze di Sdentato.
Insieme trovano così, per errore, il nido dei draghi e scoprono che tutte le razzie compiute servono per nutrire il loro capo: un drago immenso, grande quanto una montagna e terrificante.
Hiccup però ha altri problemi da affrontare: la prova finale. Deciso a dimostrare a tutti che i draghi non sono pericolosi, affronta un Incubo Orrendo disarmato, ma Stoik, preoccupato e arrabbiato dalla decisione del figlio di avvicinarsi a un drago disarmato, sbatte con forza il martello sulla gabbia e il drago impazzisce a causa del rumore. Sdentato sente il pericolo e, preoccupato per quell’umano che ormai considera un amico, si precipita ad aiutarlo, venendo così catturato da Stoik che, apprendendo che solo un drago può trovare il nido dei draghi, lega Sdentato per farsi condurre alla sua tana. Stoik è deluso da quel figlio che per l'ennesima volta non si è dimostrato degni di essere un vichingo, anzi, ha tradito tutto il villaggio alleandosi con un demone sputafuoco.
-       
   Tu non sei un vichingo. Tu non sei mio figlio. 

Hiccup è disperato, ha perso suo padre, il suo villaggio, il suo migliore amico. Prima non era nessuno, ora è un reietto.
Astrid lo spinge a capire cosa lo lega così a sdentato, gli fa notare di essere stato sì il primo vichingo a non aver voluto uccidere un drago in 300 anni, ma anche il primo a cavalcarne uno.
Hiccup raduna quelli che sono diventati i suoi amici, i ragazzi del villaggio e, usando i draghi per l’addestramento, partono a salvare Sdentato dagli umani e i propri genitori dal mastodontico drago.
Qui si scatena una feroce battaglia tra Hiccup, sdentato e la creatura.
I due sono affiatatissimi, ma il drago è gigantesco e questo gioca a suo favore.
Quando finalmente viene sconfitto, il suo corpo brucia in un’enorme vampata di fuoco incandescente dentro cui Hiccup e Sdentato cadono in pieno, ma se il drago è ignifugo, il ragazzo no.
Tutti temono che sia morto, soprattutto Stoik, il quale per la prima volta in vita sua ha capito il reale valore del ragazzo.
Ma Sdentato lo ha protetto, gli ha fatto scudo col suo corpo, restituendo al padre il ragazzo vivo, ma mutilato.
“Vivo, me lo hai riportato vivo!”
“Beh, quasi tutto”

Hiccup ha perso una gamba, ma ha creato un’alleanza tra il villaggio di Berk e i draghi, ora non più rivali ma amici che vivono al villaggio insieme agli umani, rendendo Berk l’unico luogo in cui draghi e umani vivono assieme.
Negli anni Hiccup diventa il degno erede di Stoik: intelligente, carismatico, arguto, sempre sprovvisto di particolare forza fisica, compensa con la ragione questa sua mancanza.
Sfrutta le sue sempre maggiori conoscenze sui draghi per inventare nuove cose, come una spada incendiaria che funziona con il gas dell’Orripilante Bizippo, drago a due teste in cui una sputa il gas, l’altra gli dà fuoco (è la razza che cavalcano i gemelli testa di Tufo e Testa Bruta, una testa ciascuno), armature ignifughe usando le squame della muta, tute alari e quant’altro.
Ma Berk non è in pace, mai. La fama di isola dei draghi gira e nemici da ogni parte sbucano sempre.
Uno di questi è Drago, cacciatore di draghi mutilato da uno di loro, lo stesso che sterminò la sua famiglia, uomo che usa i draghi per combattere i loro simili, comanda con la forza e la paura un enorme alfa, drago della stessa razza che 5 anni prima aveva quasi ucciso Hiccup in grado di comandare con il semplice pensiero tutti i draghi in vicinanza. Lui porta Sdentato a uccidere Stoik, morto subito dopo aver ritrovato l’amore della sua vita, la madre di Hiccup: Valka, scappata 20 anni prima per proteggere i draghi, donna forte e temeraria, con una passione  per quelle creature, un fisico esile e molto saggia (da lei Hiccup ha preso il suo carattere).
Sarà solo grazie a Sdentato e all’amore che prova per Hiccup se Drago verrà sconfitto. La Furia Buia infatti, per proteggere il suo cavaliere, si libera dell’influsso malefico dell’alfa di Drago, diventando a sua volta un alfa e scatenando i draghi verso l’esercito del cacciatore.
L’anno dopo appare Grimmel, cacciatore di Furie Buie deciso a uccidere Sdentato, ultima Furia Buia libera. Per farlo sfrutterà una Furia Chiara, sottospecie bainca della Furia Buia, per attirare il drago e ucciderlo.
Anche lui fallisce, ma Hiccup, ormai capo tribù, deve prendere una decisione.
I draghi non saranno mai al sicuro finché staranno coi vichinghi. Sono troppi e loro non sono né in grado di ospitarli tutti né di proteggerli.
Così prende la decisione più terribile della sua vita: conduce i draghi verso un mondo nascosto e segreto, un mondo in cui potranno vivere al sicuro.
Libera Sdentato dalla sua coda governabile solo da Hiccup e gliene costruisce una nuova, che sarà in grado di usare anche solo e lo lascia andare, insieme alla Furia Chiara a cui si è legato.
I draghi sono spariti, di loro resta solo il ricordo e le leggende.
Passano gli anni. Hiccup è adulto e padre di famiglia.
Vuole fare conoscere ai figli suoi e di Astrid cosa loro hanno protetto.
Raggiunge l’ingresso del nascondiglio dei draghi e, quasi come se lo sapessero, Sdentato e la Furia Chiara sono lì fuori con i loro 3 cuccioli maculati.
Inizialmente Sdentato non lo riconosce, è ostile, deve proteggere la compagna e i cuccioli, ma appena capisce chi è scoppia di gioia. È il suo amico, il suo Hiccup, insieme si concedono un ultimo volo assieme alla rispettiva prole e compagne. Sono di nuovo insieme, ma non per molto.
I draghi devono rimanere protetti, devono rimanere nascosti perché il mondo è troppo pericoloso per loro, l’umanità non è pronta ad accoglierli.
La loro memoria però deve rimanere intatta, perché un giorno, forse fra un anno, forse fra mille, il mondo sarà pronto, e allora draghi e umani vivranno di nuovo insieme.
Questa si potrebbe chiamare una storia di amicizia e di coraggio, ma è molto, molto di più.
Hiccup nel primo film è come tanti ragazzi: solo, incompreso, sembra quasi una nullità ma, come disse Einstein, se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido e questo succede così come a Hiccup anche a tanti di noi.
Hiccup è estremamente intelligente e saggio, con un animo sensibile che però vive in un villaggio in cui tutto ciò che conta è avere i muscoli per poter uccidere i draghi. Intelligenza e sensibilità non hanno spazio a Berk.

"Il punto è che devi smettere di sforzarti di essere quello che non sei."
"Io voglio soltanto essere uno di voi."

Quanti di noi si sono trovati in queste situazioni? Quanti noi sono pesci giudicati per l’abilità di arrampicarsi?
Hiccup ci mostra come basta arrivare al cuore delle cose per cambiare la situazione, come credere in se stessi e come la diversità non sia un ostacolo.
Sdentato era un nemico perché era stato abituato a considerarlo tale, ma conoscerlo, vederlo davvero lo ha reso il migliore alleato che un uomo possa desiderare.

La colonna sonora di John Powell è qualcosa di straordinario che accompagna tutta la trilogia, è dolce, è profonda, è potente ed è essenziale. Senza quella il film avrebbe perso metà della sua magia.

Il momento in cui Hiccup lega definitivamente con Sdentato scioglie il cuore ogni volta. Sdentato arriva ad imitare il ragazzo, disegnando per terra con un tronco così come il ragazzo aveva fatto con un rametto. Hiccup capisce che forse, solo forse, il drago non lo vede più come un nemico. Lui gli si avvicina, allunga una mano per toccargli il muso, ma si ferma, temendo di venire rifiutato come era sempre stato rifiutato dal resto del villaggio, ma Sdentato non lo rifiuta, anzi lo accoglie, sporgendo il muso verso la sua mano per toccarlo per primo. Hiccup si scoglie in un sospiro commosso, stupito da quel drago che doveva essere un crudele assassino, ma che invece si rivela essere un enorme pipistrello con atteggiamenti da gatto (sono questi due infatti gli animali a cui la Dreamworks si è ispirata per creare il drago).
-          Tutto quello che sappiamo su di voi è sbagliato 
Il parallelismo gamba-coda è palese, evidente. Così come Sdentato ha perso metà della sua coda, Hiccup ha perso una gamba, ma queste mutilazioni non sono di ostacolo né ad uno né all’altro, ma li lega ancora di più.
Il legame padre-figlio raccontato non è lieto. È complicato, i due sono divisi dal carattere incompatibile e ogni passo fatto in avanti da uno dei due verso l’altro è impacciato, riservato, faticoso.
Stoik rivede nel figlio la moglie scomparsa, Hiccup vede nel padre un modello irraggiungibile che proietta un'ombra da cui è impossibile uscire. 
Hiccup non riesce a compiacere Stoik come vorrebbe, Stoik non riesce a capire il figlio.

Iconico è il momento dell’addio ai draghi. Hiccup allunga la mano per toccare il muso di Sdentato, esattamente come era accaduto 6 anni prima, l’inquadratura riprende i due legati in quel momento come la prima volta, ma questa volta non si uniscono, si separano. Hiccup allontana la mano e lascia andare il suo migliore amico. Per sempre.
Perché c’è sacrificio in questa storia, che lascia un finale dolce-amaro allo spettatore.
Ma c’è anche tanta leggerezza in questa trilogia. Hiccup è sagace e ironico, sempre pronto alla battuta,

 "Non è tanto l'aspetto esteriore, è quello che hai dentro che lui non sopporta."
" Grazie di questa sintesi illuminante
i suoi amici sono uno diverso dall’altro: i gemelli sono insopportabili e terribilmente stupidi, litigano in continuazione per qualsiasi cosa per il semplice gusto di farlo; Testa Bruta vuole essere più fastidiosa del fratello, arrivando a rimanere bloccata dal nemico e a liberarsi a furia di chiacchiere (secondo lei). Pensa di essere molto avvenente, rifiutando le avance di Moccicoso e Lisca di Pesce. Il fratello è altrettanto stupido, arrivando a non accorgersi della sparizione della sorella nonostante condividano un drago,  pensa di essere un grande guerriero, ma rifiuta il dolore.
Moccicoso è il più basso del gruppo e ha grossi problemi di inferiorità dati da ciò, vuole essere il secondo di Hiccup, ma a conti fatti è un guerriero piuttosto impacciato, più fumo che arrosto.
Lisca di Pesce è tanto dolce quanto enorme, al punto di fare da babysitter al cucciolo del suo drago e portarselo ovunque. È ossessionato dalle statistiche, conosce a memoria ogni caratteristica dei draghi ed è l’analista del gruppo (a lui si affidano per capire come affrontare un drago sconosciuto).
Astrid è la più forte della banda, quella che ha più padronanza delle armi e la più agguerrita, è la compagna di Hiccup (alla fine del terzo film diventa sua moglie) ed è la spalla su cui il ragazzo si appoggia quando tutto sembra andare male.
Insieme sono la nuova generazione di Berk e, tra siparietti comici e potenziali tragedie mancate, combattono insieme per proteggere il villaggio e i draghi.

Sono una grandissima fan della Disney, amo alla follia quella casa di animazione, ma c’è una cosa che la Dreamwork è riuscita a fare con Dragon Trainer che la Disney non è riuscita a fare con nessuno dei suoi lavori: mantenere una qualità altissima per tutti e tre i film. In questa trilogia non c’è un film brutto, o meno bello (certo, le preferenze rimangono, ma sono soggettive), il lavoro è epocale da primo all’ultimo fotogramma.
Dragon Trainer fa piangere, fa ridere, fa pensare e ci dà speranza. Perché se un imbranato come Hiccup è riuscito a diventare il più grande capovillaggio mai esistito, perché noi non possiamo essere ciò che vogliamo?

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