Autore: Silvia Montemurro
Editore: Rizzoli
Editore: Rizzoli
Pagine: 304
Prezzo: Cartaceo € 18,50 - Ebook € 9,99
Chiara è una giovane e promettente stilista che vive a Firenze. Quando il direttore di un hotel di lusso di Sankt Moritz la invita a organizzare una sfilata per i suoi ospiti, si sente baciata dalla fortuna. Così si mette in viaggio, ma per una bufera di neve arrivare a destinazione diventa impossibile. Alla dogana le consigliano di fermarsi a Villa Garbald, dove Chiara arriva e incontra prima il vecchio custode, Arold, e poi il figlio, Thomas. Entrambi sembrano turbati dalla sua presenza, forse per via della straordinaria somiglianza tra Chiara e la donna di un ritratto appeso in uno dei corridoi, che misteriosamente nottetempo svanisce. Il dipinto ritrae Irena, una ragazza polacca che, per sfuggire alla Seconda guerra mondiale, si è finta cittadina svizzera ed è stata accolta da un’amica della madre a Villa Garbald: lì, insieme ad altre giovani di buona famiglia, impara l’arte della tessitura e conosce Toni, un contrabbandiere. E il loro sarà un incontro che le cambierà per sempre la vita. Silvia Montemurro ci racconta di due donne lontane nel tempo e nello spazio ma legate da un unico destino e compone, tassello dopo tassello, una narrazione appassionante, che ci fa assaporare appieno il potere dei sentimenti, la magia dell’amore, la potenza delle storie.
Mi
succede di rado, soprattutto ultimamente, ma questo libro mi ha letteralmente
presa in ostaggio. Già dopo le prime pagine avevo un unico desiderio: quello
che niente e nessuno disturbasse la mia lettura. Perciò ho avvisato gli uomini
a casa. “Arrangiatevi per la cena!” e sono rimasta con Chiara e sua nonna Irena
fino alla fine della lettura. Poche ore, a dire il vero, perché la scrittura di
Silvia Montemurro è assolutamente pulita, lineare, semplice e allo stesso tempo
accattivante e persuasiva, e questo certamente ha velocizzato la lettura. Ma a rapire
la mia attenzione e, lasciatemelo dire, anche il mio cuore, è stata la grande abilità
di Silvia nell’orchestrare magistralmente l’intreccio narrativo, tra colpi di
scena assolutamente inaspettati e cerchi che, una volta aperti, puntualmente
chiudeva. Protagonista indiscusso del romanzo è il legame tra Chiara e la nonna:
un legame che sa di amore, di talento, e di infinito. Perché anche se le due
donne non si sono mai conosciute, anche se sono state separate dal tempo e nel
tempo, dallo spazio e nello spazio, dalla vita e nella vita, saranno unite per
sempre dalle stesse passioni, dalla musica, dalle proprie radici e... dai fiori.
Sono proprio i fiori infatti ad ispirare la collezione che Chiara, giovane stilista, è stata
chiamata a portare ad una sfilata in Svizzera; gli stessi fiori che, nascosti
nei libri che il destino le farà incontrare e sfogliare nel viaggio per
raggiungere la sua meta, custodiscono la sua storia e sono memoria delle sue
origini. Chiara è una donna molto attenta, sveglia e decisamente curiosa, e non
si lascia sfuggire alcun particolare: in quel posto dove la vita l’ha
inaspettatamente portata, tutto sembra essere lì apposta per lei, per restituirle
quella verità che qualcuno nel tempo aveva cercato di nascondere. E scoprirà
che quei fiori a cui ha ispirato la collezione, sono gli stessi da cui la nonna
molti anni prima traeva la sua forza, quelli che l’avevano aiutata ad andare
avanti quando tutto sembrava perduto. Quei fiori che chiusi tra le pagine dei
libri, custodiscono 70 anni di segreti e vita, e la stessa essenza di cui è
fatta anche Chiara.
Se
qualcuno mi chiedesse: “In due parole cosa ti è rimasto da questa lettura?”,
risponderei senza esitazione “La memoria dell’amore”. Perché se è vero che una “cosa”
basta scriverla affinché ne rimanga traccia e sia per sempre, questa “cosa” che ha
scritto Silvia Montemurro è una storia d’amore che va oltre il tempo e lo
spazio, e che vive oltre il tempo e oltre lo spazio: scriverla, l’ha resa memoria
e l’ha restituita all’eternità. Come succede
all’essenza e alla bellezza di un fiore che non appassirà mai, se ben custodito
tra le pagine di un libro.
Grazie
Silvia per avermi fatto emozionare, sperare e sognare che, in un
tempo e uno spazio che oggi nemmeno immagino, la mia essenza possa essere custodita tra
le pagine di un libro che una mia nipote, un giorno, per caso (che non sarà un caso), si troverà a sfogliare.
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