Blog Tour - "Ultimo sangue" di Diego Di Dio: Il ruolo della donna nel noir tradizionale e contemporaneo

Buon inizio di settimana, miei cari readers 💜

Il lunedì vi spaventa? Niente paura, basta affrontarlo con un bel libro tra le mani. I libri in genere sono ottimi compagni per qualsiasi avventura 😊

Oggi ho il piacere di aprire il Blog Tour dedicato a Ultimo Sangue, il nuovo romanzo di Diego Di Dio edito da La Corte. Se vi sembra di avere già sentito il nome dell'autore, avete ragione: lo scorso anno ho avuto l'occasione di parlare di un'altra sua opera, la raccolta di racconti Noi siamo vendetta; se vi siete persi la recensione o desiderate rileggerla, la trovate qui.

Dopo il successo dei racconti, Diego torna con un noir spietato e nello stesso tempo carico di emozione. La storia di Ultimo Sangue affonda le sue radici nella malavita e nel crimine per poi far emergere dalle macerie un'anima elettrica come quella della protagonista Alisa.

Ma avrò tempo per descrivervi dettagliatamente il romanzo nel corso del Review Party che avrà luogo la prossima settimana, mentre il personaggio di Alisa verrà sviscerato (e credetemi, c'è molto da dire su di lei) in una delle prossime tappe del Tour. Quindi drizzate le antenne per non perdervi nemmeno uno degli articoli dedicati a Ultimo Sangue: per restare aggiornati su tutte le novità riguardanti il libro e l'autore, vi invito a seguire la pagina fb di Diego (qui). Se poi siete degli scrittori e vi interessa anche dare un'occhiata ai servizi dell'agenzia letteraria Saper Scrivere, di cui Diego è il titolare, non fatevi problemi a curiosare sulla pagina e sul sito dell'agenzia 😉

L'argomento che vorrei trattare oggi prende spunto proprio dalla protagonista del romanzo: Alisa è una donna dei nostri tempi, un'abilissima assassina; ma qual è stato il ruolo della figura femminile nel noir tradizionale, e come è cambiato nel corso degli anni fino ad arrivare ad Alisa?

Parliamone!

 




La prima immagine che ci viene in mente quando pensiamo alle donne dei romanzi e dei film noir tradizionali è probabilmente quella della "femme fatale". Una donna affascinante e un po' oscura, scaltra e poco affidabile, in grado di ingannare gli uomini e di intrappolarli nella sua rete.

A prima vista questo stereotipo femminile può sembrare l'incarnazione di una figura forte, contrapposta alla tipica immagine della donna pura e angelica che si trova in altro tipo di letteratura. La femme fatale sa badare ai propri interessi, e come ogni bravo combattente sfrutta le armi a sua disposizione: la bellezza fisica e il sex appeal fanno parte dell'arsenale, e la femme fatale non si vergogna a fare presa sui punti deboli degli uomini per illuderli e farsi aiutare da loro.

D'altro canto, a un'analisi più attenta risulta chiaro che la femme fatale sia una creazione più che altro maschile: ben lontana dal rappresentare una donna reale (ma se è per questo lo è anche la donna-angelo), in effetti la femme fatale sembra più l'incarnazione di concetti per così dire "esterni".

Infatti non è un personaggio fine a se stesso, ma può essere per esempio l'espressione di una fantasia sessuale o sentimentale della mente che scrive. Lei è eccitante, fa girare la testa a tutti gli uomini che incontra. Deve avvolgersi in un alone di mistero, perché se si lasciasse conoscere troppo bene finirebbe per non suscitare più lo stesso interesse. E anche se in molti casi la femme fatale riesce a gabbare i personaggi maschili con la sua astuzia, resta una creatura che ha bisogno dell'uomo almeno per "il lavoro sporco"; per quanto sia in grado di tirare le fila dall'ombra, spesso usando gli uomini come giocattoli, rimane comunque bisognosa di protezione e in un certo senso è obbligata a ricorrere alle sue arti di seduzione perché altrimenti non potrebbe avere ciò che vuole o che le serve. Mentre i personaggi maschili possono avere caratteristiche diverse (è vero che esiste anche uno stereotipo maschile nel noir tradizionale, però è molto meno marcato), la donna può essere immagine di innocenza oppure femme fatale. La prima conquista la simpatia degli uomini con la sua purezza, la seconda con la sua sensualità.

In questo senso la femme fatale può essere vista come una sorta di preda, tanto è vero che molte storie noir girano attorno a una donna scomparsa da ritrovare o a una donna in pericolo da salvare. E il fatto che alla fine la femme fatale inganni i protagonisti maschili è un fatto che parla più di diffidenza verso il genere femminile che di forza del personaggio femminile.

Sarebbe impossibile non vedere nella femme fatale anche una sorta di pregiudizio nei confronti delle donne: se da una parte essa incarna il desiderio maschile, dall'altra il paradigma secondo cui essa inganna tanto il brav'uomo che vuole proteggerla quanto il cattivo che vuole sfruttarla è significativo; e l'immaginario che vede la donna come un essere infido, imperscrutabile e sicuramente non affidabile è parecchio antico: comincia con Eva e passa per le Sirene di Ulisse e per le streghe di Salem, arrivando alla femme fatale.

Nè si deve pensare che un'eventuale "vittoria" del personaggio femminile sia rilevante: perché molto spesso alle donne dei romanzi vengono affibbiate caratteristiche quali la forza, lo spirito di ribellione e la libertà sessuale soltanto perché lo scrittore (e non è detto che si tratti solo di uno scrittore uomo, sia chiaro) vuole dimostrare che le sue donne sono differenti, innovative.

Se la letteratura non avesse un essenziale problema con la caratterizzazione dei personaggi femminili, gli stereotipi riguardanti la donna semplicemente non esisterebbero. Non ci sarebbe la donna-angelo né femme fatale, e gli scrittori (sia uomini che donne, ripeto) non avrebbero bisogno di creare figure femminili irrealistiche per trasmettere al lettore questo o quel messaggio. E in effetti, perché cerchiamo sempre un messaggio nei personaggi femminili? Trovare in essi un senso è un conto, ma perché ci chiediamo sempre se quel determinato personaggio rimanda a un'immagine tradizionale della donna oppure a una donna ribelle, femminista, forte, indipendente e così via?

Perché facciamo tanta fatica a creare protagoniste che non siano degli stereotipi in un modo o nell'altro?

Venendo al noir contemporaneo, quello che abbiamo è spesso un'immagine di donna che al contrario della femme fatale non ha bisogno di esasperare la sua femminilità: essa rappresenta invece l'indipendenza estrema, sa fare tutto da sola e vede qualsiasi tentativo di aiuto da parte dell'uomo come un insulto alla sua libertà. E per quanto io preferisca questo modello femminile a quello della donna-angelo, onestamente non posso non dire che ci troviamo davanti all'ennesimo stereotipo. Ben poco realistico, peraltro, perché quando esco per strada e mi guardo attorno non vedo molte Lara Croft in giro.

Cha sia una donna in carriera che, poverina, ha dovuto sacrificare la sua spontaneità per avere successo, oppure una tipa tosta alla Xena, si tratta sempre di tentativi spesso maldestri di dare al pubblico ciò che vuole ricevere in un determinato periodo storico.

Anche i personaggi maschili subiscono gli stereotipi culturali, per carità. Il tipico progagonista del noir tradizionale, un po' investigatore e un po' uomo di mondo dal passato tormentato, è a sua volta uno stereotipo poco verosimile. D'altronde il noir tradizionale di per sé non è uno dei generi più realistici, e va bene così. Ma nei confronti degli uomini non c'è la stessa ossessiva ricerca di un modello sociale, a mio parere.

La verità è che molti scrittori e scrittrici, anche contemporanei, non sono capaci di scrivere i personaggi femminili. Non senza ricorrere in un modo o nell'altro a qualche figura precostituita.


Tornando a bomba, l'Alisa dipinta da Diego di Dio in Ultimo Sangue forse non sarà una protagonista rivoluzionaria, ma in lei ho trovato più realismo che in altri esempi di donne dei romanzi: non sto parlando di un realismo generale, perché non credo sia così facile trovare persone che vivono una vita simile alla sua (o che fanno il suo mestiere 😂), ma di realismo nel modo in cui l'autore la presenta.

Diego ha sempre detto di essere particolarmente legato a questo personaggio, e in effetti la tratteggia come se stesse scrivendo di una vecchia amica. Di qualcuno che esiste davvero e che lui ha conosciuto. Alisa è anche lei un esempio di donna cazzuta (passatemi il termine) che nella vita di tutti i giorni forse non esiste, però non ha bisogno di enfatizzare la propria femminilità né di nasconderla. Non dipende dal suo uomo in senso stretto, ma non è nemmeno così esaltata da credere di non avere bisogno dell'aiuto di nessuno. Non è un'eroina invincibile e neppure un tenero agnellino sperduto. Conosce l'amore e nello stesso tempo sa sporcarsi le mani quando è il caso. Lei e Buba (il protagonista maschile) sono due esseri umani che al di là del loro genere sanno entrambi di essere appunto umani: conoscono la loro forza, ma hanno anche l'onestà di ammettere le rispettive debolezze e, cosa che li ha protetti per moltissimo tempo, hanno capito che possono vincere solo se si guardano le spalle a vicenda. Il loro rapporto non si basa su ruoli o vincoli di genere, semplicemente entrambi sanno che una volta tocca a uno salvare l'altro e la volta dopo sarà il contrario.

Ecco io credo che i rapporti tra i sessi nella realtà, o almeno nelle realtà non distorte, assomiglino più a quello che esiste tra Alisa e Buba che a quello tra la femme fatale di turno e il suo pupattolo oppure a quello tra due persone che devono continuamente mostrare all'altro di non avere bisogno di niente.


E insomma ragazzi, questa era la my two cents sull'argomento. Un argomento evidentemente troppo complesso per poter essere sviscerato in modo esauriente in questa sede, ma spero almeno di non aver delirato troppo 😁

Ritengo a prescindere che Alisa sia una protagonista che potrebbe davvero piacervi, motivo per cui vi invito innanzittutto ad acquistare la vostra copia di Ultimo Sangue: qui trovate la versione digitale, e qui il cartaceo.

Inoltre non dimenticate di seguire le altre tappe del Tour 😍

Alla prossima settimana con la recensione, allora. Nel frattempo, stay bookish!


Elisa 🌸


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