Recensione - Mare grigio di Matilde Guarducci

Titolo: Mare grigio 
Autore: Matilde Guarducci
Editore: Argento Vivo Edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 132
Prezzo: Cartaceo €15,00

Marina d’Anciano, mese di settembre. Rolando si appresta a accogliere in uno dei suoi alberghi un gruppo di anziani in vacanza nell’ultimo scampolo di estate. In paese è un’autorità, un uomo che si è fatto da solo (o quasi, come bisbigliano le malelingue). Il lavoro è stato la sua vita e niente e nessuno lo ha mai messo in discussione. Ma in quel mese di settembre, nel suo albergo, c’è Dario, un trentenne venuto a accompagnare la madre malata. Dario è perseguitato dai suoi fantasmi, non ha dato un indirizzo alla sua vita, non ha alcuna ambizione. Non potrebbero essere più diversi, eppure da quell’incontro Rolando non sarà più lo stesso. L’estate si disfa nelle prime piogge d’autunno, gli anziani sono ovunque a ricordare il passaggio del tempo e per Rolando è arrivato il momento di ripensare a tutta la sua vita, ma la resa dei conti sarà più dura del previsto.
Vi è mai capitato di incappare in un gruppo di anziani o pensionati impalati in piedi in una piazza zero alberi e tutto cemento, alle 6 della mattina di un'afosa giornata di fine estate, ad aspettare l'autobus che finalmente li porterà al mare per trascorrere qualche giorno di vacanza organizzata dal Comune? E avete mai avuto il piacere di incontrarli passeggiando per le viuzze interne delle località turistiche, quelle dove gli hotel sono più modesti e meno costosi, mentre si affannano a gomitate per accaparrarsi il primo posto in sala ristorante? E ancora, li avete mai sentiti chiacchierare sotto l'ombrellone, a lamentarsi dei dolori o delle bollette - che poi sempre dolori sono soprattutto ad una certa età quando si vive della sola pensione, oppure ad osannarsi della bellezza dei loro nipotini che quando ci sono gli tolgono il fiato ma che adesso, dopo solo un giorno che non li vedono, gli mancano da morire? E avete mai pensato che la vita è una ruota, e che quelle macchiette che ci fanno un po' sorridere e anche un po' tenerezza potrebbero racchiudere l'immagine di quello che saremo noi alla loro età? 
Matilde Guarducci mi ha riportato con la mente a qualche anno fa, quando accompagnavo i miei genitori in piazza, proprio alle 6 della mattina, anche se l'autobus non sarebbe arrivato prima delle 7. E non si è fermata al piazzale, è andata oltre: li ha seguiti per giorni, li ha studiati e descritti, e ha osservato anche quello che succedeva nell'hotel che li ospitava, e ne ha scritto un piacevolissimo racconto. 
La stagione è quasi finita, c'è meno confusione in giro, la stanchezza di mesi di duro lavoro si fa sentire, i pensionati sono persone che pagano poco e quindi il signor Rolando, titolare dell'hotel e presidente di una locale associazione di albergatori e stabilimenti balneari, si sente in diritto di trattarli con sufficienza e riducendo al minimo i servizi. E poi era l'ultimo gruppo di turisti della stagione, dopo di che si sarebbe goduto un po' di riposo; non aveva però messo in conto che tra di loro ci sarebbe stato un giovane ragazzo ad accompagnare l'anziana madre malata: in quel ragazzo, che si prodigava a difendere i diritti dei suoi compagni di viaggio, Rolando vede una sfrontatezza che lo urta, ma solo perché gli ricorda che gli anni per lui sono ormai passati, e non tornano indietro... 
Rolando finge di essere immerso nelle attività burocratiche e nella gestione dei suoi hotel, vuole dimostrare - ma soprattutto dimostrarsi di essere quello che comanda, e che senza di lui nulla girerebbe per il verso giusto, ma quel ragazzo lo mette in crisi: Rolando inizia così ad interrogarsi sulle sue scelte, sui valori, e prende coscienza che l'età è avanzata anche per lui; in modo particolare quella verve che da sempre lo aveva contraddistinto e che gli aveva fatto pensare che tutte le donne cadessero ai suoi piedi lo mette a dura prova, portandolo a prendere coscienza dei suoi limiti e degli errori commessi. Ma ancora vuole sentirsi vivo: questo "bisogno" lo porta a combinarla davvero grossa... e infine a rinsavire. Ma è tardi, e oltre a venire smascherato, pur provando a negare l'evidenza arrampicandosi sui muri con le unghie, non gli resta che arrendersi alla sua età, alle sue fragilità e agli errori commessi.
"E sai che ti dico? Quando comincerà la fine, non te ne accorgerai. Io lo ammetto: non me ne sono accorto. Solo ora so. Perciò vedrai: quando comincerà la fine, sarà uno scarto così impercettibile che sul momento non potrai che continuare nella tua solita vita patetica. E quando te ne accorgerai, sarà comunque troppo tardi".
Un ottimo romanzo d'esordio questo per Matilde Guarducci: oltre ad aver apprezzato la sua scelta di fare una coraggiosa e divertente caricatura degli "anziani in vacanza col comune", senza mai cadere nel banale o nell'offensivo - anzi, trattandoli sempre con meraviglioso rispetto - ho apprezzato la sua scelta di guardare oltre i fatti della vita e di immergersi nell'animo dei suoi personaggi. 
Quante volte, presi dalla smania di onnipotenza, pensiamo di avere tutto sotto controllo? Quante volte diamo per scontato il nostro fisico, senza pensare che inevitabilmente col passare degli anni non sarà più come prima? E ancora, quante volte trattiamo le persone "anziane" con arroganza e sufficienza, lamentandoci dei loro limiti e talvolta dei loro buffi e apparentemente illogici comportamenti? 
Ma la vita è un cerchio che si chiude, inesorabilmente, senza distinzione di sesso età, razza, potere, religione e denaro. E Matilde ce lo ricorda con delicata e sottile saggezza, senza pretendere di insegnarci nulla, ma invitandoci a riflettere e ad interrogarci, prima che sia troppo tardi.
Congratulazioni Matilde, 
e buona lettura a tutti!

  

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