Recensione - Scalata verso l'inferno di Andrea Vilia

Autore: Andrea Vilia
Editore: Argento Vivo Edizioni
Pagine: 178
Prezzo: Cartaceo €12,75
È il punto di vista di un padre costretto a fare delle riflessioni, ad affrontare momenti più che difficili dopo una diagnosi terribile che riguarda sua figlia. Non una fredda lista delle difficoltà e della tristezza che a volte prevalgono sull’uomo, piuttosto un viaggio nelle emozioni che accompagnano la sua vita in questo arduo percorso. L’amore vince sempre… su tutto.
Questa è la storia di Andrea: un uomo, padre e marito, e della sua famiglia; ma è soprattutto la storia di una giovane ragazza, Marta, sua figlia. 
E' una mattina apparentemente uguale a tutte le altre: i ritmi sono scanditi dalla fretta cronometrata per la condivisione di quegli spazi fisici e temporali che gli obblighi della quotidianità, studio e lavoro, impongono. Poi, all'improvviso, un boato. E il buio. Gli occhi di Marta si socchiudono a questa vita, lei crolla a terra nella doccia lasciando i suoi genitori in balia di istanti terribili: nella concitazione sovrastata da mille domande e terribili buie supposizioni, finalmente arriva l'ambulanza e Marta lentamente si riprende. Inizia così un calvario che dura alcuni interminabili anni, fatto di visite specialistiche in molte città d'Italia per cercare di comprendere cosa abbia causato quel malore. La diagnosi definitiva non arriva subito: dapprima si parla di crisi epilettiche, e la famiglia si riorganizza per accogliere questa sentenza che da un lato obbliga Marta ad assumere quantitativi cospicui di farmaci, dall'altro porta i genitori a vivere nell'angoscia che una crisi possa sopraggiungere inaspettata più forte delle altre e che la figlia, in quel momento, possa non trovarsi in casa. Andrea però non si fa sovrastare né dalla paura né dall'ansia, quella che invece attanaglia dapprima il cuore della moglie, poi quello di sua figlia, soprattutto quando, nei mesi successivi, a seguito di una tac di controllo, a Marta viene diagnosticato un "angioma cavernoso". Complice la stanchezza accumulata nei mesi precedenti, questa "sberla" porta la famiglia a riorganizzarsi nuovamente, e a cercare affannosamente una soluzione per Marta. 
Nella frenesia della nuova quotidianità scandita da visite mediche, esami diagnostici, speranze e profonde preoccupazioni, Andrea affida ad un diario le sue emozioni e il racconto di ogni capitolo della loro storia, un po' per fissare ogni momento, un po' per trovare il coraggio di portarsi in salvo.
Perché quando la malattia arriva destabilizza, rendendo le persone inermi: crollano improvvisamente tutte le certezze, cambiano le priorità, i tempi di dilatano e ogni squillo di cellulare fa sobbalzare il cuore, o gli fa perdere almeno un colpo.
La scrittura diventa per Andrea un salvagente: e così la sua esperienza diventa testimonianza, e specchio per il lettore: perché così com'è vero che le parole le sceglie chi scrive, è altrettanto vero che il significato lo sceglie chi legge. Ad ognuno di noi Andrea affida quindi la possibilità di identificarci in un vissuto, in un'emozione, in un'attesa infinita, in una speranza disattesa, nella forza coraggiosa o in quella paura che fa vorticare nel buio più profondo. Ad ognuno di noi Andrea affida la testimonianza di un amore grande, quello che prova per la figlia e per la moglie, e che diventa collante imprescindibile e indistruttibile nelle circostanze più difficili della vita. Ad ognuno di noi Andrea confida le sue relazioni, familiari professionali e amicali, testimoniandoci la presenza di persone che, inaspettatamente, si stringono attorno alla famiglia, e l'assenza di persone che nonostante i vincoli di sangue, spariscono definitivamente. E ci insegna che ognuno vive il dolore al modo suo, e che chi scappa non deve essere giudicato. 
In un crescendo di pathos, la narrazione di Andrea mi ha portata a sperare con lui, con loro, fino alla fine: difficilmente mi commuovo leggendo un libro, ma questo ha rotto le dighe e i miei occhi sono tuttora umidi di amore e gratitudine.

Nessun commento