Ben tornati, miei cari readers 💜
O forse dovrei dire ben tornata a me, perché per un bel po' di tempo non ho più scritto nulla qui sul blog 😱
Ma non preoccupatevi, vi ho pensati: stavo solo aspettando l'occasione giusta per parlarvi di un nuovo libro!
E proprio adesso che l'estate è esplosa attorno a noi, finalmente l'ho trovata 😍
Oggi infatti ho il piacere e l'onore di aprire le danze di un evento dedicato a L'isola di Pietra, un potente e poetico romanzo di Francesca Gerla.
Questa volta, però, non si tratta di un Blog Tour tradizionale: dato che l'opera ha un carattere assai profondo e in qualche modo personale, ho pensato che fosse importante, davvero molto importante, dare spazio alla voce della scrttrice. La parola dell'autore di un libro è sempre fondamentale al fine di comprendere meglio la storia, e merita di essere ascoltata in ogni caso... Ma qualcosa mi diceva che questo libro avrebbe brillato ancora di più se fosse stato accompagnato da una (anzi, da più di una!) chiacchierata con colei che l'ha creato. E, dopo aver "incontrato" Francesca Gerla, ho capito che avevo ragione 😊
Ecco perché il Blog Tour che comincia oggi, e che verrà ospitato nei prossimi giorni anche da altri quattro splendidi siti, sarà interamente composto da interviste all'autrice: infatti ho deciso di chiamarlo Interview Tour, un tour in cui ogni blog avrà la possibilità di sviscerare con Francesca tutti i numerosi argomenti riguardanti il suo romanzo; e vi assicuro che ogni articolo avrà qualcosa di nuovo e speciale da dirvi, quindi non perdetevene nemmeno uno!
Adesso credo sia ora di lasciare appunto la parola a Francesca. Di cosa avremo parlato in questa bella intervista? Andiamo a scoprirlo 😉
Ciao, Francesca! Grazie infinite per avere accettato di fare due chiacchiere con me su un libro intenso come il tuo L’isola di Pietra. Cominciamo?
La prima domanda che vorrei farti non può che riguardare il tempo. All’inizio del romanzo troviamo infatti una narrazione che segue due momenti cruciali per la protagonista: uno risalente alla sua adolescenza, e l’altro appartenente alla sua vita da adulta. A colpirmi di più è stato il fatto che il passato e il presente sono spesso uniti dalle stesse parole, parole che si ripetono come se fossero uscite dai ricordi e avessero viaggiato negli anni fino ad arrivare alla Pietra adulta. Secondo te è vero che il passato tende a ripetersi, magari anche solo nei piccoli particolari? Una parola, un gesto, una situazione…
Il romanzo si sviluppa attraverso due piani temporali uniti da un filo costituito dal ricordo multisensoriale. Infatti, il parto viene descritto come momento di trionfo della realtà corporale della donna, in cui tutti i sensi vengono coinvolti. L’idea è che ciascuno dei sensi regali una porta d’accesso specifica ai ricordi del passato, che hanno portato, nel loro insieme, al presente. Più che credere che il passato ritorni, credo che il nostro presente sia la summa di tanti momenti cruciali del passato, cui è impossibile rinunciare a livello mnemonico in quanto responsabili della nostra attuale identità.
Dato che siamo un po’ tutti in aria di vacanze, è importante dire che il mare è un personaggio in qualche modo onnipresente nel tuo libro. Il primissimo ricordo di Pietra che vediamo nella storia è ambientato al mare. Sarà forse una domanda banale, ma cos’è per te il mare?
In quanto napoletana, ho il mare davanti agli occhi tutto l’anno. E le estati hanno significato per me, sin da bambina, saltelli sugli scogli, granchietti da ammirare, sabbia fina o ciottoli da attraversare, e infine acque in cui nuotare. Il mare ha costruito la mia stessa identità, come credo capiti a molti italiani. Il mediterraneo, con i suoi profumi e atmosfere, è nel nostro DNA: significa origine, appartenenza, orizzonte, futuro.
In letteratura l’immagine dell’isola è spesso associata all’esistenza di una dimensione “isolata”, appunto. Nell’Isola di Arturo, per esempio, Procida rappresenta tutto il mondo del giovane protagonista. Rappresenta l’infanzia e, quando viene violata dalla vita adulta, è un po’ come se l’universo di Arturo andasse (inevitabilmente) in pezzi. Forse tutti i bambini vivono su un’isola, ma credi che la storia della tua Pietra assomigli a quella di Arturo?
Sono storie molto diverse, eppure nel titolo ho voluto rendere un omaggio proprio al romanzo di Elsa Morante, che per me ha significato tanto. L’isola cui allude il titolo può essere la gravidanza, che porta la donna a vivere una dimensione a sé, lontana dagli altri; la vita della protagonista, incentrata sull’amore per il marito e poi sull’inseguimento del desiderio di maternità; ma più di tutto la stessa Ventotene, protagonista del romanzo al pari di Pietra.
A parte la protagonista, qual è il personaggio del romanzo che ti sta più a cuore? E perché?
Senz’altro Margherita. Le donne di quella generazione, cioè le attuali settantenni e ottantenni, si sono trovate in un momento storico cruciale per i diritti femminili; alcune hanno reagito come se nulla di nuovo fosse accaduto (anche quando magari apparentemente si dedicavano al lavoro o alla carriera, restavano prese comunque da una certa idea di patriarcato da tutelare), e altre hanno invece affrontato il vento di cambiamento rendendosi innovative, intrepretando la nuova libertà in maniera significativa, facendo davvero la differenza nell’educazione delle figlie e dei figli, rendendole e rendendoli più libere e liberi. Tutto questo, sacrificando spesso molta parte di sé stesse, essendo comunque bloccate in un bivio storico che non ha loro consentito di vivere fino in fondo la libertà garantita ai figli. Margherita è un omaggio a queste donne, cui noi donne più giovani, che abbiamo potuto scegliere le professioni che volevamo o gli uomini che ci aggradavano, viaggiare ovunque nel mondo, utilizzare anticoncezionali, essere indipendenti su ogni piano e rivendicare i nostri spazi e la nostra autonomia, dobbiamo la nostra riconoscenza.
Ora, se sei d’accordo, vorrei farti un paio di domande su quella che è la tematica principale della storia, ovvero la maternità. So che sei una mamma, e anche il destino di Pietra è strettamente legato alla maternità. Alcune persone credono che ogni donna abbia in sé una sorta di istinto primordiale che la spinge prima o poi a desiderare un figlio… Tu cosa ne pensi?
Non credo negli istinti primordiali ma nella libera scelta delle singole persone, che hanno diritto di cercare la felicità nella maniera più consona al proprio sentire, sempre nel rispetto degli altri. Credo poi che il matrimonio sia un incontro di desideri progettuali; se l’uno desidera fortemente qualcosa ma l’altro no, non credo sia giusto sacrificarsi fino in fondo. L’amore è anche liberare l’altro lasciando che viva il suo presente e il suo futuro come meglio crede. A meno che il sacrificio non sia scelto coscientemente dall’altro: anche qui, entra in gioco la libera scelta dell’individuo, che con lucidità può anche decidere di cambiare i “programmi”, ma senza subire condizionamenti ricattatori che sono all’opposto della mia idea di amore.
Ovviamente non farò spoiler, però posso dire che la situazione in cui Pietra sperimenta la sua maternità non sembra quella “tradizionale” della famiglia formata da una coppia innamorata e stabile. Tuttavia Pietra decide di mettere suo figlio al primo posto, dando la priorità alla sua condizione di madre a prescindere dalla presenza di un compagno. E in effetti oggi sono tante le persone che scelgono di avere un figlio da single, cioè la genitorialità non è più vista come lo step successivo di un’unione duratura (come poteva essere, invece, una volta). Cosa pensi di questa relativamente nuova concezione della genitorialità, non più vista solo come “il frutto dell’amore” ma anche come un desiderio personale dell’individuo?
Non credo negli schemi preconfezionati, è giusto che la società si adegui alla nuova e crescente richiesta di molte persone di vedersi riconosciute nelle loro più svariate modalità di mettere su famiglia. Credo inoltre che la sfida più complessa sia affrontare la genitorialità da soli. È molto dura non condividere con qualcuno – non necessariamente un partner sentimentale, ma anche un altro parente come un genitore o un fratello – il peso della genitorialità, questo vale anche per le famiglie apparentemente canoniche come quelle che hanno subito un lutto. I genitori vedovi hanno tutta la mia stima, credo affrontino la sfida più complessa, sono eroici. Credo poi che l’amore genitoriale debba essere prioritario sul resto. Se decidi di mettere al mondo un figlio, al di là di come questo avvenga, dovresti pensare a lui prima di tutto, anche in caso di separazione. Non sempre ciò avviene ed è questo l’unico punto in cui resto “all’antica”: bisognerebbe pensare prima al benessere dei figli e poi al proprio, il mantra che prescrive la propria serenità a prescindere dal resto e addirittura dai figli non mi ha mai convinto. Questo non significa rinunciare alla propria felicità per sempre, ci mancherebbe; ma solo consentire ai bambini e agli adolescenti di digerire il cambiamento nei tempi giusti dei sentimenti. Come può una madre o un padre essere davvero felice imponendo l’infelicità a un figlio? Si può arrivare a ripartire con un’altra vita con calma, facendo adeguati passaggi, eventualmente coinvolgendo un esperto in materia, non in maniera brusca imponendo il nuovo compagno ai figli nel giro di pochi mesi o settimane. Questa, almeno, la mia personale opinione.
Ti ringrazio ancora di cuore per il tempo e l’attenzione che mi hai dedicato. E ti auguro tutta la fortuna possibile per L’isola di Pietra. Alla prossima!
Ci avevo visto giusto, vero? Le parole dell'autrice meritavano di essere ascoltate direttamente dalla sua voce, poiché essa arricchisce e completa la voce della narrazione, del libro, di Pietra e della sua storia e di tutti gli altri personaggi. E sono sicura che anche le interviste che seguiranno saranno un'esperienza preziosa per chi voglia conoscere il romanzo.
A proposito, non dimenticate di acquistare la vostra copia e di portarla con voi in vacanza 😊 Come avrete capito, la storia è ambientata a Ventotene... Quale momento migliore per immergersi in un racconto del mare? Proprio come accade con certe conchiglie, leggendolo vi sembrerà di sentire il rumore delle onde.
Potete trovare la versione cartacea del libro qui 👈
A settembre torneremo un secondo evento dedicato a quest'opera, un Review Party durante il quale io e gli altri partecipanti esprimeremo le nostre opinioni più dettagliate sulla storia. Per non arrivare impreparati, non dovete far altro che leggere il romanzo 💖
Intanto vi ricordo l'appuntamento con il Review Tour nei prossimi giorni (continueremo fino a venerdì 😀), e vi auguro una bellissima, lunga ed emozionante estate 🌊
Stay bookish!
Elisa 🌸
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