The Other Side #38 - Il Dodicesimo Cavaliere di Victoria Sue


Buongiorno Tesori! Oggi armatevi di popcorn ed entusiasmo, perché vi porterò a fare un viaggetto tra cavalieri, armature, onore e dame in pericolo ma soprattutto verrete con me alla scoperta del mito di Re Artù, rivisitato per noi da Victoria Sue. Prendiamo quindi tutto il nostro spirito cavalleresco e partiamo alla scoperta dell'amore di Lancillotto e ... beh, stiamo a vedere...


Titolo:  Il Dodicesimo Cavaliere
Autore: Victoria Sue
Editore: Triskell Edizioni
Genere: Romanzo Rosa
Serie: Guardiani di Camelot Vol. 1
Collana: Rainbow
Pagine: n°260
Prezzo Ebook: € 4,99

Data di pubblicazione: il 18 giugno 2020

Un male antico… le armi e la magia non saranno sufficienti. Avranno bisogno l’uno dell’altro.Per 1500 anni, Lancillotto ha combattuto per il bene, e adesso si trova ad affrontare un piano malefico orchestrato da Morgana centinaia di anni fa; però non può sconfiggerla da solo. Deve trovare l’altra metà della sua anima, ma c’è solo un piccolo problema: non sa dove cercarla.
Chiunque sia, è certo che viva a New York.
Il tempo scorre.
E non è dalla sua parte.
Merlino ha sempre avuto una vita difficile dopo aver perso il padre quando era solo un bambino. Ha fatto di tutto per sopravvivere, e non è stato facile. Quando incontra uno strano uomo inglese, che gli racconta una storia incredibile, deve prendere una decisione: seguire il suo cuore e credergli, oppure scappare via?
Riusciranno Mel e Lance a sconfiggere il più grande nemico che il mondo abbia mai conosciuto? Oppure saranno costretti a scoprire, nel bel mezzo della lotta, che la vera minaccia è sempre stata quella di ritrovarsi con un cuore infranto?
E se l’unica battaglia che non hanno speranza di vincere fosse quella contro se stessi?

Prima di fare la recensione di questo libro devo farvi una confessione: amo follemente la leggenda di Re Artù e dei cavalieri della tavolo rotonda. 
Dire che io vada letteralmente fuori di testa per tutta la trama di Artù Pendragon, Merlino, Ginevra, Morgana e compagnia bella, è un eufemismo davvero riduttivo!
Dai tempi della Marrion Zimmer-Bradley ho una vera passione per tutte le saghe arturiane quindi potete immaginare la mia felicità con tanto di occhio a cuore, quando ho letto la trama di questo libro.
Detto questo però, devo anche confessare che forse proprio per colpa della mia passione per tutta la saga di Camelot, questo libro mi è piaciuto ma non tanto quanto avrei voluto.
Partiamo dal principio:
Durante l'ultima battaglia tra Morgana e Merlino, quest'ultimo sapendo che la vittoria è decisamente lontana, con il suo ultimo residuo di magia, compì l'impensabile e rese immortali i cavalieri della tavola rotonda (e non solo i dodici canonici) per potergli permettere di avere una possibilità futura di sconfiggere la strega e salvare il mondo.
Facendolo, però, Merlino ha dovuto dividere l'anima dei cavalieri in due e con il suo ultimo respiro ha predetto a Lancillotto che proprio il ritrovamento del suo Tresòr( l'altra metà dell'anima di un cavaliere) avrebbe comportato l'inizio della battaglia finale.
Spoiler a parte che ovviamente come in tutte le mie recensioni non vi farò, devo confessarvi che sapere che in questa versione creata dalla Victoria Sue, l'altra metà dell'anima di Lancillotto è Mel (nome completo Merlino) e che in realtà quest'ultimo con Ginevra non ha mai avuto nulla a che spartire se non un amore platonico a distanza, mi ha lasciato un po' perplessa.
Ok, diciamo pure che mi ha proprio infastidito, per dirla tutta. Non tanto per il motivo che Lancillotto e Ginevra dovevano per forza tradire Artù, ma perché Victoria Sue ha preso la trama di Camelot, l'ha messa in uno shaker e ha deciso cosa tenere e cosa no, stravolgendo anche i personaggi in maniera pesantissima, a mio avviso.
Merlino era un mago tutt'altro che benevolo e amorevole. Era sì dotato di poteri fenomenali ma era anche arrogante, cieco davanti a moltissime cose, in primis Morgana. Se l'arroganza di Merlino qui la possiamo vedere nel fatto che oggettivamente costringa Lancillotto a realizzare il sogno che lui in vita non poteva soddisfare, (cosa che vi giuro mi ha davvero fatto ponderare sulla domanda del quanto sia moralmente accettabile tutta la faccenda), in realtà qui Merlino è una figura fin troppo positiva.
A questo, purtroppo, va aggiunto che Victoria Sue elimina completamente la leggenda per cui Lancillotto in realtà era la scelta sbagliata di Artù. Il cavaliere che in realtà Merlino aveva scelto per lui non era Lancillotto, bensì il padre, che però qui non viene nominato come tale. Lancillotto doveva essere la sciagura di Camelot ed infatti lo fu, perché è proprio con lui che Ginevra tradisce Artù.
Anche volendo togliere questa connotazione d'amore tra i due, e volendo pure passare sopra al fatto che in realtà il loro fosse solo un amore platonico (anche se qui in realtà viene proprio paventato che Ginevra a mala pena sapesse chi era, visto che sembra avervi parlato due volte al massimo), non si può davvero digerire il fatto che, se si conosce la saga di Artù, ci sono davvero troppe cose che si incastrano nella maniera sbagliata.
Per il resto, se si vuole tralasciare la saga arturiana (che qui viene vista nella sua versione in cui Artù in teoria è nell'epoca dei romani ma non è nella declinazione per cui Artù era un soldato romano di origine, quindi non ho ben capito in che versione l'autrice ha voluto collocarsi) il nodo centrale che proprio mi ha lasciato perplessa è che in realtà l'amore tra Lance e Mel avrebbe dovuto far imbestialire Lance, che invece lo vede, malgrado la riluttanza iniziale, come un amore ineluttabile.
Per quanto sia meravigliosa l'idea del compagno predestinato, che personalmente adoro in tutti i suoi contesti, qui non posso che pensare che Merlino faccia a Lance un tiro mancino decisamente egoistico che si sarebbe potuto accettare se Victoria Sue avesse messo delle premesse decisamente diverse nel passato di Lancillotto.
Qui però arriva il vero tasto dolente: Se si elimina la saga arturiana intesa nel classico dei modi (togliendo praticamente tutta la parte di Lancillotto e Ginevra per intenderci) questo è un libro davvero godibile. Quindi capiterete il mio dubbio amletico: se non fosse stato collocato nel mondo di Artù e i cavalieri della tavolo rotonda, questo sarebbe stato davvero un bel libro!
Le scene sono intense, veloci, ben descritte e piene di colti di scena (anche troppi forse) che ti tengono incollato al libro fino all'ultima pagina. 
I personaggi come Tom, Galvano, Lucano, Caio e Ali sono ben caratterizzati e il finale ti spinge a voler scoprire di più sul destino della battaglia imminente, ma sinceramente quello che mi è stonato di più sono stati proprio Lance, Mel e il loro destino già scritto da Merlino.
Non voglio fare spoiler quindi non dirò altro, ma una volta letto questo libro ditemi anche voi cosa ne pensate. Io sinceramente ho deciso che aspetterò il secondo volume per dare un  nuovo giudizio completo, perché, per ora, questo è solo il libro incipit della saga quindi non voglio rischiare di farmi prendere dalla foga e magari non dare una possibilità al secondo titolo.
Come sempre...see you On The Other Side
F.R.


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