"L'urlo del tuo desiderio" di Roberto Baldini

Ben ritrovati, readers! 💜

Non so voi, ma io sono già entrata in piena modalità Halloween 👻👻👻

Infatti questo mese ho in programma due contenuti speciali per voi: il primo è un'esclusiva del 31 ottobre che per il momento rimarrà una sorpresa... E il secondo è la recensione del libro di oggi, che fin dall'immagine di copertina ha tutte le carte in regola per farci venire i brividi 💀

L'urlo del tuo desiderio è un racconto del mio amico e "collega" Roberto Baldini, il quale molto gentilmente mi ha regalato una copia. Non posso che ringraziarlo sia per avermi offerto questa opportunità sia per tutto l'aiuto che mi dà sempre con il mio lavoro. Quindi recensisco la sua ultima fatica letteraria con grande piacere!

 

 


 

Come sempre, prima di entrare nel dettaglio dell'opera vi lascio i link Amazon per l'acquisto: qui potete trovare l'e-book edito da Delos Digital (se non sapete cosa fare la notte di Halloween, un libro dell'orrore può essere un buon compagno), inoltre vi consiglio di seguire anche il blog di Roberto (qui), perché oltre a essere uno scrittore lui è anche un recensore assai sensibile.

Ebbene, il titolo potrebbe far pensare a un romanzo romantico e passionale (anche perché chi conosce l'autore sa che in genere Roberto scrive storie d'amore), tuttavia il desiderio di cui si parla in questo caso non è di natura sentimentale. Cos'è che urla nella mente del protagonista Filippo? Dove conduce il suo desiderio, dove tornano così spesso i suoi pensieri?

Tutto parte da un'esperienza che ognuno di noi ha fatto almeno una volta, magari dopo aver subito un torto: che si tratti di un bambino incolpato a sproposito di un dispetto o di un innocente condannato per un reato che non ha commesso, ogni uomo sperimenta l'ingiustizia. Una parola a mio parere complessa e spesso usata senza cognizione di causa per descrivere solo una parte della verità, un dettaglio della visione d'insieme. 

E questo è importante, perché è l'idea dell'ingiustizia ad accendere il desiderio di Filippo: il desiderio di ottenere vendetta, il desiderio di scardinare finalmente quell'imperativo che sembra tenere sotto tiro l'umanità e che impone di abbassare la testa e sopportare l'ingiusto senza poter fare nulla

Quando un uomo non ha più niente da perdere, diventa audace. Un uomo audace in genere non accetta una caduta rovinosa né tanto meno la beffa che spesso l'universo sembra prendersi nei confronti delle vittime; un uomo audace non è resiliente, non si accontenta di trovare dentro di sé la forza di rialzarsi o di perdonare. Un uomo audace non vuole essere superiore nell'animo a chi gli ha fatto del male.

Vuole la sua rivincita. Vuole dimostrare a chi gli ha fatto torto e a se stesso di non essere un fantoccio inerme alla mercè degli eventi. E anche se sa che la vendetta non gli renderà ciò che ha perduto, preferisce dedicare le forze residue a cercarla, la vendetta, perché sa anche che finché penserà di avere un conto aperto con il mondo non dovrà affrontare la nuda realtà: ovvero il vuoto, il vuoto che tante volte cala all'improvviso su un uomo. Il vuoto davanti a cui non ci sono parole, il vuoto che in molti riescono a nascondere ma che nessuno riesce davvero a comprendere, perché per un mortale la morte sarà sempre uno scandalo.

Un uomo audace forse preferisce diventare pazzo, precipitare nell'irrazionalità e nella ferocia, nell'ossessione, piuttosto che arrendersi di fronte alla propria incapacità di riempire quel vuoto.

Filippo è audace, ma è anche perspicace: sa che il desiderio che urla dentro di lui non può condurlo alla pace, però non riesce neppure a metterlo a tacere. Due impulsi opposti che lo consumano forse più di quanto lo consumi la stessa ingiustizia che l'ha ispirato, fino a rischiare di ridurlo in frantumi.

Molto viscerale e controverso il racconto di Roberto: mi ha fatto pensare che forse tutto sommato il carattere e l'intelligenza sono più dei fardelli che delle virtù, in questo mondo. Perché lo sciocco e il mentecatto spesso sorvolano l'esistenza senza porsi troppe domande, senza intravedere alternative: accettano ciò che accade e talvolta riescono a costruire le loro fortune sulle macerie. Quanti fortunati sono semplicemente stupidi? Fortunati perché sono stati capaci di lasciare andare, di scuotere le spalle, di farsene una ragione.

Chi al pari di Filippo ha "spirito", come si diceva un tempo, resta impantanato perché sa che accettare ciò che non dovrebbe essere accettato è una sconfitta. Ma paradossalmente è tale consapevolezza a rischiare di portarlo da una sconfitta parziale a una sconfitta definitiva.

L'urlo del tuo desiderio è un libro scomodo, che scava in una delle emozioni umane più difficili da gestire (la frustrazione) senza però concedere al lettore la beatitudine di un vendicatore glorioso; è un libro vero che dà alla vendetta e al vendicatore i loro meriti ma anche il loro inevitabile epilogo.

E proprio quando il lettore crede di essere incastrato in un labirinto senza uscita, ecco che l'autore lascia un'ultima luce accesa: senza storie oscure come quella di Filippo, non ci sarebbe profondità. Non ci sarebbe la bellezza delle parole che la raccontano, non ci sarebbe la meraviglia di vedere sentimenti reali scaturire da quelle parole accostate sulla carta. Se la vita non fosse cruda, l'uomo non avrebbe merito nel praticare l'arte.


Dato che ho la fortuna di conoscere Roberto, ne ho approfittato per farmi concedere anche una bella intervista 😉

Ciao, Roberto! Che bello averti qui con noi! Ti va di fare una chiacchierata?

Ciao Elisa, è sempre un piacere. Mi va eccome!
 

Tu stesso hai definito L'urlo del tuo desiderio un "figlio" anomalo, diverso dai libri che
scrivi di solito; perché infatti di solito ami leggere e scrivere romanzi romance, dico bene?

Dici molto bene, nasco come scrittore di romanzi. O romance, appunto, come si dice oggi. Poi la
mia mente ha aperto altre porte e mi sono avvicinato all’erotico prima e al thriller poi. E ho deciso
di non scrivere più per un target specifico ma di mischiare tanti ingredienti per creare un piatto
goloso.
Anche i Pink Floyd sono nati come band psichedelica, passando per il puro prog e sfociando, alla
fine, nel pop e nel rock.
E, poiché sono i miei miti, ho deciso di accettare questa sfida. Mal che vada mi ritroverò sul lato
oscuro della luna…

Ecco, il romance è un genere complesso, amato e odiato. Cosa rispondi a chi lo liquida come un
genere frivolo e troppo commerciale?

Mah, quando sento certe cose mi viene sempre in mente la favola della volpe e dell’uva.
Può non piacere, i gusti sono gusti. Però liquidarlo come un qualcosa di “facile” non è per niente
giusto.
Liala, Danielle Steel, Sidney Sheldon, Renzo Barbieri, Jackie Collins, Maria Venturi… sono forse
scribacchini di “roba commerciale”? E ho anche tanti amici e colleghi che scrivono storie d’amore da lasciare senza fiato.

E quindi da dove è nata l'ispirazione per L'urlo del tuo desiderio? Avevi voglia di scrivere
qualcosa di diverso oppure è accaduto tutto per caso?

L’ispirazione l’ho sempre avuta, a dir la verità. Solo non avevo il coraggio di tirarla fuori. Leggo
(anzi, adoro) Lovecraft e Poe dai tempi delle superiori. A dirla tutta, escludendo i libri che ci
facevano leggere alle elementari, sono stati i primi volumi che ho letto di mia spontanea volontà.

Ricordo che, prima di andare a scuola, chiesi a mia Madre di comprarmi qualcosa del genio di
Providence.
Le brillarono gli occhi, poiché mia Madre era una lettrice accanita e, tornato a casa da scuola, trovai sulla scrivania un’antologia con tutti i racconti di Lovecraft.
Tornando al presente, un bel giorno Luigi Pachì, curatore della collana Innsmouth di Delos, mi
contattò dicendomi che cercava storie weird.
Ci pensai un po’, non ero sicuro di essere all’altezza di quella proposta, ma alla fine decisi di
mettermi alla prova. Ed ecco il frutto di quella sfida con me stesso.

Nella tua biografia ho letto che è stata appinto tua madre a farti conoscere la passione per la lettura e che coltivi questa passione fin da quando eri piccolo. Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto o che ti hanno letto?

Lo confermo con tutto il cuore. Il primo libro letto? Il mascheraio innocente di Roberto Piumini, grazie al mio fantastico Maestro delle elementari che insegnava alla grande ma educava, anche e soprattutto. Cosa rarissima, al giorno d’oggi. Poi mia Madre mi ha fatto leggere Jack London, Isaac Asimov e tanti altri…

Scorrendo il racconto si nota subito che il tuo stile è particolare, oserei dire poetico sia nella struttura delle frasi sia nell'accostamento dei vocaboli. Hai mai scritto poesie? Pensi che oltre a essere scrittore potresti essere (o già sei) anche un poeta?

Ti ringrazio, sei gentilissima. Purtroppo non sono un grande autocritico e penso che sia giusto così, sono i miei lettori che devono dirmi cosa trovano nelle mie parole, nel bene e nel male.

In realtà sì, ho scritto poesie. O forse non dovrei definirle tali, perché non ho rispettato la metrica o altro.

Ho aperto la mia anima e lei ha riversato su carta ciò che aveva da dire. Semplicemente.

La poesia è in me, come in tutti noi, ma non penso di potermi definire poeta.

E poi amo troppo scrivere storie…


Parliamo ora di una delle tematiche principali del libro, la vendetta. Come hai scritto, tutti subiamo delle ingiustizie nella vita. Molte, troppe. Non ti chiedo se pensare alla vendetta sia utile, perché purtroppo essa non ci restituisce ciò che abbiamo perduto... Ti chiedo invece se secondo te può diventare inevitabile, a un certo punto, cedere al desiderio di vendetta. Quando la delusione, l'amarezza e la frustrazione si accumulano, anche l'uomo più saggio può perdere la pazienza. O no?

La vendetta è inutile, Montecristo insegna. Eppure…

Chi di noi non brama questo sentimento, prima o poi? Chi non vorrebbe, disperatamente, cedervi?

Pensare alla vendetta è utile, nel senso che ci sprona a cercare e tirar fuori quelle forze che sonnecchiano dentro noi.

È un po’ come spingere un’auto a tutta velocità: inebriante ma dobbiamo fermarci prima della fine della strada, perchè quello strapiombo aspetta solo noi.

Purtroppo vendicarsi non porta mai a nulla, troppo spesso ciò che ci è stato tolto non ci sarà restituito. O magari sì, però avremo perso tempo prezioso per qualcosa che, in fondo, non era poi così importante.

Tutti noi subiamo il fascino della vendetta. Una bella, bellissima donna che ci ammalia, prima o poi.

Starà a noi, novelli Dorian Gray, decidere se cedere o restare fedeli a noi stessi.


A proposito di giustizia e ingiustizia, poi, credi che questi termini abbiano un significato nella vita reale? Cioè, secondo te esistono cose che sono giuste o sbagliate a priori? Non sarebbe più onesto dire che nella maggior parte dei casi esistono più che altro scelte e circostanze?

Sono d’accordo con te.

Troppo spesso giudichiamo (oh, come amiamo farlo!) senza sapere tutta la storia, magari ascoltando solo una campana.

Ci sono sbagli che possono esser giustificati dalle circostanze, il fatto è che poi i cosiddetti “furbetti” usano questi cavilli per camuffarele loro malefatte.

È un discorso complesso ma penso che, se ci guardiamo dentro prima di agire, riusciremo a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Basta ascoltare il nostro cuore.


Raccontaci qualcosa di Filippo, il protagonista di L'urlo del tuo desiderio: so che è una domanda che ti avranno già posto in tanti, ma ti rivedi in lui almeno in parte? Oppure al suo posto avresti preso una strada totalmente diversa?

Eh, bella domanda…

Filippo è come me, è la mia nemesi, è ciò che vorrei essere e ciò che lotto per non diventare.

È il figlio che avrei voluto educare, il fratello che avrei voluto salvare.

Filippo ha un tarlo che lo rode e, per sconfiggerlo, ha solo una possibilità: convincersi che questo qualcosa che lo rode non esista.

Così la realtà si dipinge dei colori che ama, la routinenon spaventa più ma, anzi,quasi lo consola.

Filippo l’ho immaginato un po’ come il Guy Pearce di Memento: ha bisogno di qualcosa, per andare avanti.

E non esita a scendere a compromessi, se non vede altra via d’uscita.


Ti ringrazio moltissimo per averci regalato il tuo tempo e la tua grande gentilezza. Continuare a seguirti e a seguire il tuo blog sarà un vero piacere 😊 Buona fortuna per tutto!

Grazie a te, mi sono sentito a casa!

Spero di non deludere te i lettori che mi seguono con tanto affetto!

Un abbraccione!



Sono sicura che Roberto non ci deluderà, e voi?

Vi invito come sempre a leggere il libro e a curiosare sul blog e sui social dell'autore per restare informati su tutti i suoi nuovi progetti. E vi do appuntamento al 31 ottobre per la vostra sorpresa di Halloween 👾

Fino ad allora, stay bookish!

 Elisa 🌸 

 


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