Review Party "Il silenzio dei vivi" di Diego Di Dio e Francesco De Benedettis

Buon pomeriggio, cari readers 💜

Oggi mi sentite un po' su di giri, perché sono troppo contenta di come è andato l'Interview Tour dedicato a Il silenzio dei vivi 😍

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, la scorsa settimana abbiamo ospitato una serie di interviste doppie a Diego Di Dio e Francesco De Benedettis, i due autori (rispettivamente del testo e dei disegni) di questa graphic novel di genere thriller con sfumature psicologiche e noir. Se vi siete persi il mio articolo pubblicato su Paper Purrr, che tra l'altro ha aperto l'evento, potete recuperarlo qui 😊

Considerati la qualità del prodotto e il talento di Diego (che ho avuto modo di conoscere in moltissimi modi), sapevo che l'Interview Tour sarebbe stato un successo... Ma non immaginavo che sarebbe venuto così bene, motivo per cui devo ringraziare anche pubblicamente un bel po' di persone 🙏 

Innanzitutto i due autori, che nelle settimane precedenti all'evento hanno lavorato sodo per rispondere a tutte le domande, e che hanno saputo trasmettere in modo spontaneo le loro emozioni e i loro pensieri. E che, non da ultimo, hanno sopportato la sottoscritta 😅

Un enorme grazie va, come sempre, a Paper Purrr e ai fantastici colleghi blogger per la disponibilità che ci hanno dimostrato. Per la loro professionalità, che non smetterò mai di ammirare 🌷

E naturalmente anche voi meritate una menzione speciale per averci seguiti in questa prima avventura! Spero abbiate letto proprio tutte le interviste, perché ognuna di esse ci ha svelato un pezzettino inedito di Il silenzio dei vivi 😻

Adesso però è necessario mettere da parte l'emozione per un attimo, perché dobbiamo inaugurare anche il secondo evento dedicato alla graphic novel. Ovvero un Review Party che comincia oggi e proseguirà fino a giovedì!

Ancora una volta, l'onore di aprire le danze spetta a me. Quindi non perdiamo altro tempo. Shall we? 😉

 

 


Il silenzio dei vivi è un graphic novel che mescola il giallo, il noir, il surreale e l’onirico. La trama gialla è il pretesto per affrontare i demoni interiori del protagonista, il commissario Ettore. Un uomo tormentato dal fatto di non essere mai stato figlio, per via di un padre assente. Un uomo che non riesce più a capire cosa sia reale e cosa no. Soprattutto, un uomo obbligato a fare i conti con la distanza, mai così sottile, che separa la ragione dalla follia. Un’insolita crime-story dal carattere introspettivo.


Innanzitutto, un doveroso mea culpa: non sono una grande appassionata di fumetti. Adoro moltissime storie che nascono come graphic novel, ma a dire il vero sono sempre stata più abituata a fruirle in altri formati, per esempio come film o serie tv.

Ciò non significa però che non riconosca il valore di questo genere letterario: al contrario, sono convinta che tanti fumetti siano delle vere opere d'arte e, come ho scritto anche nel precedente articolo, per me la dignità intellettuale e narrativa dei fumetti resta indiscussa. Quando si tratta di prodotti di qualità, ovviamente 😂

Forse non dovrei esprimermi sulla parte grafica, non essendo un'esperta di graphic novel, ma posso dire che adoro lo stile di Francesco De Benedettis? A essere del tutto onesta, la cover dell'opera non mi fa impazzire: mi piace a livello concettuale, ma non mi ha catturata particolarmente dal punto di vista visivo. Tuttavia mi è bastato aprire il fumetto e osservare le prime pagine per innamorarmi delle linee tracciate da Francesco, dei suoi chiaroscuri e di quel sottofondo un po' folle e tormentato che compare soprattutto nei particolari.

Un tratto che ammiro particolarmente è il coraggio dell'autore di "sporcare" le sue figure: per esempio non si fa problemi ad aggiungere delle ombreggiature sui volti dei protagonisti, perché sa che esse sono necessarie a descrivere il vero aspetto di questo o quel personaggio. Le sue linee sono cicatrici emotive, che magari cambiano o spariscono quando il disegno ritrae il soggetto da un'altra angolazione. Come un gioco di luce in grado di rivelare ciò che si agita sotto una pelle troppo sottile, ma soltanto quando il personaggio fa la smorfia giusta; quando è pensieroso e crede che nessuno lo veda.

In questo fumetto ci sono solo il bianco e il nero, però Francesco ha saputo usarli come se fossero un'intera tavolozza di colori. I suoi disegni sono ricchi, talvolta al limite dell'horror vacui ma mai ecessivi, sono pieni di crepe che infondono al lettore una profonda angoscia. Se dovessi descrivere in quattro parole ciò che questo fumetto mi comunica a livello puramente visivo, lo definirei proprio "il racconto delle cicatrici". I personaggi forse non le vedono, ma noi sì.

Veniamo ora alla storia creata da Diego. So bene che i due aspetti della graphic novel (scrittura e immagine) non andrebero mai separati, ma ci tenevo a dedicare un po' di spazio anche al lavoro singolo degli autori 😃

La trovata più geniale della trama è... Un dettaglio che non posso svelarvi, perché non potrei mai rovinarvi il piacere di scoprirlo da soli 😁

Vi dico solo che questo particolare sfrutta in modo magistrale la presenza delle immagini: avrebbe forse potuto essere inserito anche in un romanzo, ma sarebbe risultato meno efficace. Diego è riuscito a rendere concreto uno dei fantasmi del protagonista inserendo in diverse scene (soprattutto nella parte finale) un dettaglio disturbante e malinconico allo stesso tempo: è lì, lo vedi, sai che non dovrebbe essere lì. Non riesci a dimenticarti di lui, anche quando i personaggi parlano tra loro o accade qualcos'altro che cattura la tua attenzione; ma con la coda dell'occhio torni sempre là. Ti rendi conto che quel qualcosa non è venuto a tormentare te, non ti riguarda, però ti rende irrequieto. Al punto che quasi implori il protagonista di arrivare al punto, di scoprire ciò che deve scoprire su di sé e mandare via quella figura che è così sbagliata. Se avete visto Shutter Island, ricordete quando, nel finale, i personaggi si esibiscono in un ultimo e stanco tentativo di far riacquistare ad Andrew Laeddis la consapevolezza di ciò che ha fatto.

La storia di Diego forse è ancora più ansiogena, perché il lettore non conosce la verità sul commissario Ettore e quindi vive la vicenda passo dopo passo insieme a lui, sapendo però che soltanto Ettore può attraversare il labirinto della sua mente. Inoltre la comparsa di "quel dettaglio" rende tutta la fruizione dell'opera inquietante e curiosa allo stesso tempo: da una parte il lettore vuole arrivare fino in fondo, dall'altra presagisce che probabilmente non troverà nulla di piacevole sul fondo, perché non è mai un buon segno quando un protagonista viene inseguito da presenze che non dovrebbero esistere.

La riuscita di tale espediente narrativo mi fa capire che l'autore ha una certa familiarità con le storie introspettive, psicologiche e un po' machiavelliche; e che, anche se Il silenzio dei vivi è la sua prima graphic novel, ha saputo usare le immagini esattamente come andrebbero usate in un'opera di questo genere.

Per il resto, non vorrei ripetermi ma continuo a pensare che Diego sia lo scrittore della salvezza senza lieto fine. L'avevo già scritto nella recensione di Ultimo Sangue; e anche qui l'autore ci accompagna in un racconto che magari è privo del tipico lieto fine da fiaba, ma riserva al protagonista un percorso forse di redenzione, forse di riscoperta, forse destinato soltanto a placare fantasmi e conflitti interiori. Quel che è stato fatto ormai non si può cancellare, e i personaggi di Diego non sono individui con un passato tranquillo. Ma anche così, lui spesso sceglie di non condannarli all'inferno, almeno non in termini mentali e spirituali. E questa è una caratteristica della sua scrittura che apprezzo molto.

Quindi le doti narrative di Francesco e di Diego hanno dato vita a una vicenda di ombre e chiaroscuri, e si sono fuse insieme talmente bene che, se non sapessi che gli autori sono due, crederei che l'opera sia il frutto di una sola mente. Ciò non significa che i creatori del fumetto non abbiano ognuno un'impronta unica, ma che al contrario hanno saputo unire le rispettive personalità per realizzare qualcosa che a sua volta sembra avere un'esistenza propria. Diego e Francesco lavoreranno singolarmente ad altre opere, magari collaboreranno di nuovo o magari no, ma a prescindere Il silenzio dei vivi sarà sempre una creatura che porta in sé i tratti di entrambi.


Spero che le mie parole abbiano acceso in voi il desiderio di leggere questa bella graphic novel 😉

Allora non dimenticate di acquistare qui la vostra copia! E di seguire anche le altre recensioni del Review Party, perché tutti i miei colleghi blogger hanno qualcosa di speciale da dire su questo fumetto 💛

Io intanto vi saluto fino alla prossima emozione letteraria. Stay bookish!


Elisa 🌸


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