Bentornati booklovers al nuovo appuntamento con #il27diAngie.
Ammetto che ci
sto prendendo gusto e spero anche voi 😉
Dunque, bando
alle ciance e sveliamo subito quale sarà il tema di questo nuovo articolo: come
sapete febbraio è il mese dell’amore e il nostro giorno è il 27, molto vicino,
vicinissimo direi, all’8 marzo: la festa della donna.
Per questa
ragione ho deciso di parlarvi di donne, le donne nei libri.
Avrete notato che
esiste un genere etichettato per essere prettamente femminile, mentre al
contrario non esiste un equivalente genere prettamente maschile. Esiste il
genere rosa, ma non esiste il genere azzurro. Perché? Ve lo siete mai chiesti?
Io sì ed è per
questo che voglio raccontarvi una storia.
All’inizio non
esisteva neppure il genere rosa. Il mondo, un po’ di tempo fa, più o meno, era
costruito a misura di uomo. Le donne erano soltanto un corollario per la
grandezza del genere maschile.
Esistevano i
ruoli.
Lui fuori, a
lavorare, con il compito di sostentare la famiglia economicamente, lei dentro,
regina del focolare, madre di figli, tanti figli, ricamatrice, rammendatrice,
cuoca. Lui studiava, aveva una carriera, un proprio posto nella società e i suoi
hobby, lei raramente poteva arrivare ai livelli più elevati dell’istruzione,
difficilmente poteva anche solo ambire a ricoprire una carica importante in
certi ambiti (pensate alla medicina, alla scienza, all’astronomia, alla fisica).
All’inizio lei non sapeva neppure leggere, a meno che non facesse parte di una
ristretta cerchia di famiglie altolocate.
Pian piano,
però, le donne hanno iniziato a volere di più e l’ambizione alla cultura è
stato forse il primo discrimine nella storia del mondo della separazione dei
ruoli. Fu così che iniziarono a imparare a leggere, ma non si poteva permettere
loro di avere tra le mani libri pericolosi, libri che forse non avrebbero
compreso o peggio, che forse avrebbero compreso di più e meglio di un uomo.
Quindi vennero dati loro i romanzi. Sì, qualsiasi tipo di romanzo, storie di
uomini e di donne, ma non saggi, non manuali, non testi di religione, di
economia, di diritto, di filosofia.
All’inizio,
quindi, era proprio il romanzo, nella sua interezza, il genere per le donne.
Tutto il resto rimaneva appannaggio degli uomini. Alle donne piaceva leggere
quelle storie, la narrazione permetteva loro di viaggiare, di visitare posti
mai visti, di immaginare sentimenti mai provati, di curiosare nelle menti di
personaggi più che verosimili.
Ma chi erano i
protagonisti di quei romanzi? Be’, naturalmente erano uomini.
Non
dimentichiamo che, nella storia della letteratura, in principio i romanzi erano
storie di uomini scritte per uomini. Raramente si trova una protagonista
femminile. Una delle prime a fare la sua comparsa è proprio Elizabeth Bennett,
la quale ha una particolarità davvero singolare per l’epoca, perché è una
protagonista femminile nata dalla penna di una donna. Jane Austen, le sorelle
Bronte, sono delle antesignane in quel mondo connotato ancora in modo
fortemente maschile.
Ma l’idea di una donna protagonista di una storia piacque,
sia alle lettrici che agli scrittori. Ed è così che ne arrivano altre, scritte,
però, da autori uomini. È il periodo di Madame Bovary, di Anna Karenina, di Fosca,
de La signora delle camelie, de La mite. Ne avete letto qualcuno? Riuscite a
intuire qual è l’aspetto che hanno in comune?
Ebbene sì,
Emma, Anna, Fosca, Margherita, la mite, muoiono tutte.
Le eroine dei
romanzi scritti dagli uomini non riescono a sopravvivere a ciò che provano, non
riescono a vivere la felicità del loro amore.
Dobbiamo
attendere la nascita del genere rosa nella prima metà del secolo scorso,
affinché le protagoniste femminili dei romanzi tornino a coronare il loro sogno
d’amore come era riuscita a fare Lizzie o Jane Eyre. Con il tempo anche il
romance si è evoluto, motivo per cui a donne che ambivano soltanto al
matrimonio si sono sostituite donne che cercano la loro realizzazione
personale, sia in ambito lavorativo, che in ambito sociale, per le quali l’amore
diventa un completamento di una felicità che richiede molto più di questo.
Alla luce di
tutto questo, vi chiedo: qual è la protagonista femminile di un romanzo, di
qualsiasi genere esso sia, anche una tosta commissaria di un giallo moderno,
che vi ha conquistato di più e perché?
L’hashtag questa
volta sarà #lamiaeroina. Usatelo su instagram o su facebook, taggate il blog Paper Purrr e raccontateci di chi vi siete innamorati/e in
questo vasto mondo di carta.
Vi aspetto, sono curiosissima 😇
Angie.
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