Recensione - La Donna dal Kimono Bianco di Ana Johns



Titolo: La Donna dal Kimono Bianco

Autrice: Ana Johns

Editore: Tre60

Genere: Narrativa, romanzo storico

Pagine: 348

Prezzo Cartaceo: € 16.00

Prezzo Ebook: € 3.99




Due donne, due Paesi, un legame che né l'Oceano né il tempo possono spezzare. 
Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassetten­ne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garan­tirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone vie­ne definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre…
Stati Uniti, oggi. Tori Kovač è una giornalista. Men­tre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici…




Buongiorno readers!!! Oggi voglio parlarvi di questo splendido libro “La donna dal kimono bianco” di Ana Johns.
Questa storia racconta la vita di due donne che vivono in due momenti e due luoghi diversi e di un segreto che le lega indissolubilmente. 
Tori, poco prima della morte del padre, trova una lettera che al suo interno cela uno sconvolgente segreto. Dopo averla letta inizia a pensare che tutte le storie che suo padre le raccontava da bambina non erano solo storie, ma il suo passato, una parte della sua vita di cui nessuno era a conoscenza. Decisa a scoprire la verità e a conoscere meglio suo padre decide di intraprendere un viaggio. Viene così trasportata nel Giappone degli anni ’50 e nella storia di Naoko, l’altra protagonista di questa storia. Naoko a soli diciassette anni ha dovuto fare una scelta molto difficile, che ha cambiato per sempre la sua vita. Ed è stata quella scelta a legare la sua storia alla storia di Tori.
Durante questo viaggio Tori avrà la possibilità di conoscere meglio suo padre e di scoprire la sua storia. 
Ecco ora la mia recensione.
Di solito di un libro mi attira la copertina, sì lo so, non è cosa buona e giusta, ma che posso farci? Come recita il detto “anche l’occhio vuole la sua parte”. Ma in questo caso sono stata attirata moltissimo anche questa frase: 
“Davanti a me c’era l’uomo che sarebbe diventato mio marito. 
Mentre mi avvicinavo al mio futuro, mi allontanavo dalla mia famiglia. Tra quei due estremi, però, avevo trovato il mio posto: ciò che Buddha definiva la via di mezzo, il giusto equilibrio. E che io definivo la felicità.”
E devo dire che non mi sono sbagliata, ho amato questo libro dalla prima all’ultima pagina. 
I punti di forza, a mio parere, sono stati: i salti temporali tra i giorni nostri e il passato e il fatto che la storia sia basata su vicende realmente accadute (anche se poi adattate al romanzo).
Un’altra cosa che ho apprezzato molto è il fatto di essermi sentita legata emotivamente alle due protagoniste mentre leggevo il libro, per un motivo o per l’altro.
Ho provato tenerezza nei confronti di Tori, che dopo aver perso il padre e aver trovato quella lettera non sa più a cosa credere ed è convinta di non averlo mai conosciuto veramente. Così come ho amato il suo coraggio di intraprendere un viaggio alla ricerca della verità, qualunque essa sia. 
Ho gioito e pianto con Naoko, che ha dovuto fare una scelta davvero difficile a soli diciassette anni, andando contro tutto ciò che erano le tradizioni, contro la sua famiglia e scegliendo la sua felicità. Anche se questa felicità non è durata quanto si aspettava e nonostante i momenti difficili, non ha mai rimpianto quella decisione.
Naoko è stata senza dubbio il mio personaggio preferito, invece, ho odiato profondamente la signora Sato. L’aura oscura che la circondava era palpabile durante la lettura. Una persona malvagia, interessata solo ai soldi a discapito di piccole vite innocenti. 
L’unico punto debole che ho trovato è in alcuni momenti, la narrazione un po’ noiosa, per esempio quando venivano descritte certe cose. Ma su questo si può tranquillamente sorvolare; quando arrivi alla fine del libro riesci solo a pensare alla storia, alle sue protagoniste e al percorso che hanno compiuto per crescere interiormente e fare pace con le ferite del passato.
Questo è un libro che consiglio assolutamente di leggere. Soprattutto se come me amate i romanzi ambientati in Oriente o se vi piacciono i romanzi basati su fatti realmente accaduti.



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