Ammetto che la curiosità che ho nei confronti di questo libro è tutta dovuta a Lee Min Ho e al mio amore per la cultura Coreana. Da questo libro è stato tratto il nuovo drama di questo attore “Pachinko”, che non vedo l’ora di vedere, ma prima mi piacerebbe leggere il libro.
Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porterà a Osaka, in Giappone, verso una vita di cui non sa nulla, non immagina di star cambiando per sempre il destino del figlio che porta in grembo e delle generazioni a venire. Sa solo che non dimenticherà mai il suo Paese, la Corea colpita a morte dall'occupazione giapponese, e in cui tuttavia la vita era lenta, semplice, e dolce come le torte di riso di sua madre. Dolce come gli appuntamenti fugaci sulla spiaggia con l'uomo che l'ha fatta innamorare per poi tradirla, rivelandosi già sposato. Per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, e il ricordo ancora vivo dell'amatissimo padre morto troppo presto, Sunja lascia così la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c'è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del XX secolo, attraverso tutte le tempeste che la Storia riserverà a quegli anni densi e implacabili, è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko: un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare.
Anche con questo libro rimaniamo in ambito geografico orientale, ma questa volta siamo in Giappone… Come avrete capito, i libri ambientati in oriente sono tra i miei preferiti…
Kyoto, 1948. Nori Kamiza ha solo otto anni quando viene lasciata, dalla madre, davanti al cancello di un’enorme villa di proprietà della nonna. Sola e spaventata, la bambina viene accolta in casa, seppur a malincuore. La famiglia Kamiza è tra le più nobili del Giappone, imparentata addirittura con l'imperatore, mentre Nori, con quei capelli crespi e la pelle scura, è il frutto della scandalosa relazione con un gaijin, uno straniero, per di più di colore. Perciò la nonna fa il possibile perché Nori rimanga un segreto ben custodito. La relega nell'attico a la costringe a trattamenti per renderla «più giapponese»: le stira i capelli e la sottopone a lunghi bagni nella candeggina per rendere la sua pelle più bianca. Nori impara fin da subito le regole fondamentali: non fare domande, non lamentarsi, non opporsi. Ma tutto ciò che conosce viene sconvolto dall’arrivo di Akira, il suo fratellastro. Nori è certa che Akira la odierà: lui è il legittimo erede della famiglia Kamiza, lei il marchio d’infamia che lo disonora. Eppure presto si rende conto che Akira non è come gli altri. Akira viene dalla grande e moderna Tokyo e non gli importa nulla né dell’aspetto di Nori né delle regole della nonna. Per lui, Nori è la sua sorellina e l'adora, almeno quanto Nori adora lui. Così, i due diventano inseparabili e Akira mostra a Nori un mondo nuovo. Un mondo in cui, finalmente, lei non è un’intrusa, non è sbagliata. Un mondo in cui il pregiudizio è sconfitto dalla forma più pura d’affetto: quello che non chiede nulla in cambio. Un mondo in cui lei ha il diritto di essere felice, senza più nascondere la sua diversità. Ora Nori sa che è possibile costruirsi un futuro migliore e, anche se per riuscirci dovrà combattere più di chiunque altro, il legame con Akira le darà la forza di lottare. Tuttavia ogni cosa ha un prezzo. E la libertà di Nori potrebbe richiederne uno altissimo…
Questo libro è uno storico.
Vi starete chiedendo come mai, visto che finora ho recensito solo uno storico in croce… ma sì, mi piace pure questo genere; adoro i libri di Philippa Gregory, ho letto la saga di Tatiana e Alexander della Simons e poi tutti i libri inerenti all’olocausto.
Questo libro ha catturato la mia attenzione grazie alla copertina e solo successivamente sono stata attirata dalla trama. Lo so, non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, ma come si dice “anche l’occhio vuole la sua parte”.
È il 1762. Caterina II, a trentatré anni, non è più la giovane straniera che ha lasciato la sua patria per diventare la moglie di Pietro III. Ora è una principessa russa, e della Russia ha sposato non solo l'erede al trono, ma anche le tradizioni, la religione, la lingua. Il suo, però, è tutt'altro che un matrimonio felice. Costretta a subire le umiliazioni di un marito che odia, in una corte ostile, trova conforto tra le braccia del suo grande amore, Grigorij Orlov. E intanto, dentro di lei, si fa strada un sogno: quello di essere lei, una donna, a guidare l'impero verso più alti destini. Finché, in una gelida notte di gennaio, i suoi sogni sembrano sfumare per sempre. La zarina Elisabetta è morta, è Pietro il nuovo zar.Ma la Storia ha in serbo per Caterina un disegno più grande. Pietro si rivela un sovrano incapace, e Caterina è chiamata a gran voce a occupare il suo posto. Dopo un colpo di stato ordito con i suoi alleati, la zarina può realizzare il proprio desiderio: diventa così Caterina la Grande, imperatrice di tutte le Russie. Determinata e instancabile, regnerà per quarant'anni, consegnando la Russia ai nuovi tempi.
Questo libro ha catturato subito la mia attenzione grazie alla trama, che promette davvero una lettura con i fiocchi! Non vedo l’ora di iniziarlo… sono sicura che non me ne pentirò!
Athena si considera una persona resiliente, impermeabile alla sofferenza. Una dote fondamentale per chi, come lei, ambisce a diventare un bravo medico.Ma quando, per superare un esame, viene costretta insieme ai suoi colleghi a prestare servizio presso il Glasgow Mental Hospital, le sue incrollabili certezze cominciano a vacillare. I pazienti ricoverati all’interno della struttura sono infatti ragazzi che, in seguito a un evento traumatico, hanno sviluppato comportamenti patologici. Creature fragili, apparentemente annientate dalla vita e incapaci di reagire alle avversità.È qui che Athena conosce River, un giovane ombroso e schivo che rifiuta di parlare, comunicando solo attraverso un sintetizzatore vocale.Per penetrare il suo muro di silenzio, Athena sarà costretta a mettersi in discussione, scoprendo che la vera resilienza non consiste nel fuggire dal dolore, ma nel viverlo fino in fondo, abbracciando le proprie fragilità e imparando a trasformarle in punti di forza.
“Il dolce domani” di Yoshimoto Banana
Ed eccoci di nuovo in Giappone... lei è in assolulto una delle mie autrici orientali preferite. Tra i suoi temi principali troviamo riflessioni sulla vita, sulla morte e sui rapporti che ci legano l'uno all'altro.
Il primo libro suo che ho letto è stato "Kitchen" e mi sono subito innamorata della sua scrittura. Tra le sue opere la mia preferita è "A proposito di lei", ma tutti i suoi libri sono belli... Penso che sia l'unica scrittrice di cui non mi manca nemmeno un libro... quindi questa lettura per me è d'obbligo!
Sayoko e Yōichi hanno avuto un incidente, lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c’è più. La loro era una storia bellissima, in cui la scarsa volontà di impegnarsi era compensata da un amore profondo e libero, e senza di lui Sayoko si sente vuota, o forse, come le dice l’amico okinawano Shingaki, deve solo andarsi a riprendere il suo mabui. È proprio la ricerca del mabui, di una cosa che somiglia molto all’anima e che Sayoko non sa nemmeno se la rivuole per davvero, il tema centrale di un romanzo che, con profondità e delicatezza, racconta il dolore e la rinascita di chi è sopravvissuto alla morte di qualcuno che amava.
Ecco qui la mia lista, che spero di seguire... ma sapete come funziona per dei lettori come noi, un nuovo libro e una nuova storia possono stravolgere le nostre liste!
E voi? Che libri avete intenzione di leggere quest'estate? Condivideteli con noi!!!
Alla prossima,
Sono tutti titoli bellissimi!
RispondiEliminaQuesti sono solo alcuni titoli che vorrei leggere quest'estate... la mia lista è infinita! Ahahah
EliminaNon li conosco, ma intuisco che sei affascinata dal mondo orientale...
RispondiEliminaSì, lo ammetto 🥰
EliminaSe non la conosci, ti consiglio di leggere i libri della Yoshimoto. Adoro la sua scrittura e le sue storie. Adesso volevo avvicinarmi a Murakami!
“L’imperatrice illuminata" mi ispira, mi piacciono i romanzi storici.
RispondiEliminaIo sono rimasta incantata dalla copertina. Poi dopo aver letto la trama ho deciso di metterlo nella mia luuuuuunga lista di libri! Ahahah... non vedo l'ora di leggerlo!
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