Splendori…
scusate, la scorsa settimana sono stata assente, ma eccomi di nuovo qui per l’argomento di oggi: “5 libri con meno di 100 pagine”.
Volete una lettura breve e piacevole? Ecco allora i cinque libri che fanno al caso vostro!
La sovrana lettrice di Alan Bennett
È un libricino di 95 pagine. L’ho letto su consiglio di un’amica e mi è piaciuto molto, ecco perché l’ho inserito in questa lista.
A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa dev'essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.
Il ballo di Irène Némirovsky
La Némirovsky l’ho conosciuta con questo libro. Ammetto che è l’unica sua opera che ho letto, devo assolutamente recuperare.
La quattordicenne Antoinette decide di gettare nella Senna tutti gli inviti che la madre, volgare e arcigna parvenue, ha stilato per il ballo destinato a segnare il suo ingresso nella brillante società parigina. È una vendetta, che la ragazza consuma nei confronti della madre. In poche pagine, con una scrittura scarna ed essenziale, l'autrice riesce a raccontare un dramma dell'amore, del risentimento e dell'ambizione.
Il piccolo principe di A. de Saint-Exupéry
Oltre ad averlo letto molte volte, tanto da saperlo quasi a memoria, l’ho pure letto in inglese e recentemente l’ho letto pure nella sua lingua madre: il francese. Adoro questo libro.
Il Piccolo Principe fu pubblicato per la prima volta il 6 aprile del 1943 in inglese presso l’editore Reynal & Hitchcock di New York. Qualche giorno dopo, precisamente il 13 aprile del 1943, Saint-Exupéry salutò l’America per raggiungere le forze francesi in Algeria. Un viaggio da cui non fece mai ritorno.
L’idea del libro nacque probabilmente a tavola, in uno dei ristoranti che l’autore frequentava in compagnia di Elisabeth, sua moglie, e di Reynal, l’editore. Saint-Exupéry disegnava spesso sui tovaglioli un piccolo sal-timbanco che, avvolto in una sciarpa svolazzante al vento, poggiava i piedi nell’aria. Forse fu Reynal a sug-gerire di trasportare in un libro per bambini quel «ragazzino nomade», o forse fu Elisabeth. Fatto sta che, nell’estate e nell’autunno del 1942, Saint-Exupéry lavorò alacremente al progetto «con una dedizione quasi pazza, stando sveglio intere notti, ingurgitando caffè nero e fumando un numero smodato di sigarette condite dal gin» (il manifesto). Il libro ha l’aspetto di una favola, ma è in realtà un «romanzo filosofico» che affronta i temi eterni della condizione umana: la solitudine, il senso della vita, il significato dell’amore e dell’amicizia.
L’amico ritrovato di Fred Uhlman
Germania, 1932. Due ragazzi di sedici anni frequentano la stessa scuola esclusiva a Stoccarda.
Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Ma il Paese in cui vivono i ragazzi sta cambiando profondamente. Riuscirà la loro amicizia a non essere spezzata dalla Storia?
Le notti bianche di Dostoevskij
Non ho ancora avuto il piacere di leggere questo racconto, ma Dostoevskij mi piace molto come autore, quindi mi sento di consigliarlo.
Il tema del "sognatore romantico", dell'eroe solitario che trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso di illusioni, malinconicamente sofferente e lontano dall'incolore e consueta realtà dell'esistenza quotidiana, percorre come un filo d'Arianna questo racconto.
Stupendo "Il Piccolo Principe". Mi era piaciuto un sacco.
RispondiElimina