Interview Tour: Massimo Ricciardi ci parla di "I musicanti di Roma"

Buongiorno, cari readers 💜

Vi sono mancate le mie interviste? Devo confessare che intervistare gli autori, scrivere le domande e leggere le loro risposte, è un'attività che mi piace particolarmente. Mi diverto soprattutto a inventare cose interessanti da chiedere 😂

Perciò è con un tocco di energia in più che oggi mi accingo a pubblicare la mia tappa dell'Interview Tour dedicato a I musicanti di Roma, un romanzo di Massimo Ricciardi che ho recensito qui con grande gioia 😊

Se vi siete persi qualcuna delle recensioni arrivate la scorsa settimana in occasione del Review Party che abbiamo organizzato per quest'opera, correte a recuperarla. Mi raccomando, ci tengo 😉

In questi giorni, però, abbiamo appunto l'opportunità di ascoltare direttamente la voce dell'autore: ieri abbiamo avuto una graziosa presentazione dell'evento sul blog Lilith Hendrix, oggi vi farò leggere la mia intervista a Massimo... E domani avremo una chicca del tutto speciale su Buona Lettura: una sorta di intervista al contrario, dove sarà lo stesso scrittore ad avere carta bianca per approfondire un argomento del libro che ritiene particolarmente significativo. Non so voi, ma io sono molto curiosa 😍

Tuttavia, adesso è necessario che la nostra attenzione si concentri sulle domande che ho voluto porre a Massimo. E soprattutto sulle sue risposte!




Ciao, Massimo! Ti ringrazio moltissimo per avere accettato di fare quattro chiacchiere con me sul tuo romanzo I Musicanti Di Roma. Cominciamo?

Il titolo del libro (e anche la presenza nella storia di quattro musicanti assai “particolari”) richiama chiaramente il racconto dei Musicanti di Brema. Sei appassionato di fiabe e favole? Come mai hai scelto di ispirarti proprio a questo racconto popolare?

Sì, sono molto appassionato di fiabe e favole, ma la scelta di questo titolo è del rimando alla fiaba sono più che altro concettuali. Il libro vuole essere una critica al mondo musicale moderno, in cui la spettacolarizzazione è preponderante rispetto all'effettiva bravura degli artisti. La favola dei Musicanti di Brema ci racconta di questi animali che hanno il sogno di diventare grandi artisti, e così, pensando di essere bravissimi inscenano un concerto, che però alle orecchie degli esseri umani (metafora di chi ha un'educazione musicale ed una educazione dell'orecchio) risulta inascoltabile. Quello che vediamo oggi è più o meno questo, gente con poca qualità e tanta tanta fuffa e spettacolarizzazione.

 

Nelle favole antiche, gli animali fungono spesso da simboli per indicare delle caratteristiche o dei comportamenti precisi: la volpe è la furbizia, il leone è la forza, il coniglio incarna la paura o la viltà… E i tuoi quattro musicanti animali? Hanno una loro simbologia?  

Assolutamente no, ripeto, la simbologia dell'animale in sé è una metafora per far capire che chiunque potrebbe fare quello che fanno gli artisti del mainstream a Roma e in Italia, basta solo spettacolarizzare il tutto.

 

Parliamo ora del protagonista umano della storia, Giulio. Il primo tratto che ci colpisce di lui è ovviamente il suo sogno, quello di fondare una propria etichetta discografica. So che è una domanda molto complessa, ma posso chiederti cosa pensi dei sogni? Credi che sia giusto fare qualsiasi cosa per realizzarli, oppure ritieni che nella realtà ci sia poco spazio per i desideri difficili da concretizzare? Un personaggio come Giulio può esistere solo nei romanzi? Che fine farebbe nella vita reale?  

Il sogno del Bambucci è un sogno irrealizzabile proprio perché sta a significare l'impegno profuso da chi sa di musica e sa cos'è la vera musica, ma che non può fare molto per riuscire concretamente a campari. Non riuscirà mai a realizzarsi perché le dinamiche moderne del sistema musica in Italia non lo permettono, esprimersi avere la carriera che un vero artista merita e molto difficile.

 

Un altro personaggio assai interessante è il Malandrino, un cantautore un po’ pazzo ma dotato di un talento speciale che Giulio (da bravo produttore discografico) intuisce subito. So che anche tu sei un musicista, quindi ti chiedo se ti rivedi nel Malandrino… E se speri o speravi di incontrare un Giulio sulla tua strada.

No, assolutamente. Malandrino è un personaggio che ha connotazioni molto negative, ma che all'interno del libro risulta un personaggio positivo. È stato concepito così per lasciare nel lettore il dubbio che tutto ciò sia sbagliato: un artista che sa poco di musica, basa molto sull'apparenza, è sfacciato e pensa di sapere come si fanno le cose ma ne sa ben poco, inoltre è un viziato e se ne frega degli altri, ma dentro di sé vive il dramma del vuoto arido che questa società lascia dentro ognuno di noi, il vuoto della noia, della privazione dell'esercizio morale che ognuno di noi dovrebbe praticare ogni giorno, e della vacuità dell'avere in confronto all'essere.

 

Secondo te nella nostra società esistono delle analogie tra il mondo dell’editoria e quello della musica? Mi riferisco al percorso che uno scrittore o un musicista deve intraprendere per farsi conoscere, alle opportunità che può ricevere e alle difficoltà (o ingiustizie) che rischia di incontrare.

Sicuramente, sono due mondi molto simili e c'è poco di positivo in quello che ho visto in entrambi.

 

La storia è ambientata a Roma, e questo è uno dei casi in cui la città diventa a sua volta uno dei personaggi, perché la sua presenza è tangibile nelle atmosfere che circondano i protagonisti. Parlaci del tuo rapporto con questa città…

Sono romano e vivo a Roma. Tifo as roma, amo questa città, odio il modo in cui è governata. Purtroppo oggi la gente pensa solo a lavorare per guadagnare più dell'altro e sentirsi superiore, mentre dovremmo renderci conto di abitare in una città e in un Paese che ha tanto da offrire e che necessita di essere valorizzato al massimo, perché è da qui che sono nati gli uomini e i luoghi che hanno fatto la storia. La nostra generazione, invece, cos'ha fatto? Per ora nulla che sia degno di nota.

 

Grazie ancora di cuore! Per me è stato un grande piacere, e spero che anche tu ti sia divertito. Alla prossima! Buona fortuna per tutti i tuoi progetti letterari e musicali

 

Ed eccoci qui! Direi che dalle risposte dell'autore emerge tutto il suo carattere e il fatto che aveva le idee molto chiare quando ha scritto il libro. Si capisce che ha messo un pezzettino assai importante di sé stesso nella storia, nei personaggi e nell'ambientazione. Sarà anche per questo che il romanzo è così bello? 💙

Io posso soltanto ringraziare Massimo per avermi dato l'occasione di conoscere i suoi due libri, e per avere soddisfatto la mia curiosità durante l'intervista. E ovviamente gli auguro tutta la fortuna possibile, nel mondo della letteratura e in quello della musica e in qualsiasi progetto deciderà di seguire 🍀

Voi, miei cari, ricordatevi di seguire la terza parte dell'evento domani... E di acquistare qui la vostra copia di I musicanti di Roma.

Come avrete intuito, ne vale davvero la pena 😄

A presto! Stay bookish!

 

Elisa 🌸

Nessun commento