Review Party "Sesso e vodka a colazione" di Paul Emme

Eccomi di nuovo, miei cari readers 💜

Come preannunciato, oggi è un giorno speciale perché ho avuto il piacere di partecipare a ben due Review Party 😍 Stamattina vi ho lasciato la mia recensione del libro di Martina Pregnolato (mi raccomando, andate a recuperarla se ve la siete persa 😉) e adesso sono tornata per parlarvi di Sesso e vodka a colazione, un romanzo autobiografico di Paul Emme.

Prima di cominciare vi lascio come sempre i link d'acquisto: qui potete trovare il cartaceo e qui la versione digitale 😊

Ma ora bando alle ciance, entriamo nel vivo della recensione!




Vi avevo anticipato che le opere cui sono dedicati i Review Party di oggi sarebbero state molto diverse tra loro, e finalmente potete capire il perché. Sesso e vodka a colazione non parla di una storia d'amore ("this is not a love song", per interderci 😂), o meglio è un libro che racconta cosa succede quando l'amore nel senso più ampio del termine si incasina e finisce per lasciare una ferita.

Il protagonista, che è anche l'autore del romanzo, subisce in giovane età una serie di separazioni affettive che lo portano a innalzare delle barriere difensive a livello emotivo: senza rendersene conto Paolo diventa incapace di instaurare una relazione sentimentale genuina, perché il suo bisogno d'amore è stato mortificato dalla situazione familiare in cui è cresciuto e comprensibilmente ciò l'ha condotto a diffidare dei sentimenti. Chi non riceve abbastanza amore nei primi anni di vita tende a non saper gestire questa grande cosa che sono i rapporti con le altre persone: può ricercarli morbosamente oppure averne paura, evitarli, tentare di fuggire ogni volta che uno di essi comincia a diventare troppo impegnativo. Dal canto suo, Paolo reagisce alla propria ferita scaricando tutto il bisogno di contatto umano sul sesso, fino a diventarne dipendente.

Avete mai sentito parlare di persone che hanno sempre fame perché con il cibo tentano di riempire un vuoto non fisico ma emotivo? Ecco, forse il protagonista del racconto fa lo stesso con il sesso. Sembra che non ne abbia mai abbastanza, e non c'è nulla di male nell'avere un appetito sessuale vivace però... Con il tempo lo stesso Paolo si rende conto che la soddisfazione che prova mettendo in pratica i suoi sogni erotici è solo temporanea: invece di sentire che sta vivendo la propria sessualità in modo libero, comincia a vederla come un problema. Per l'appunto non riesce a instaurare un vero rapporto di reciprocità con le donne che incontra, il che lo porta a usare le sue partner e talvolta a entrare in conflitto con loro; questa aridità lo tiene in perenne bilico tra il momento della passione, in cui riesce a pensare soltanto alla foga che prova e al desiderio incontenibile, e quello in cui il fuoco si spegne e sembra lasciare attorno a sé soltanto terra bruciata.

Lo stile di vita di Paolo pare divertente all'inizio, eppure a poco a poco si sciupa. Questo perché, secondo me, non esistono stili di vita giusti o sbagliati (finché non si nuoce ad altri, e in questo caso le avventure del protagonista sono sempre consenzienti): se Paolo fosse stato felice nella sua esistenza fatta di sesso e vodka a colazione, non ci avrei visto nulla di male. Ma è lo stesso Paolo a capire che per lui quello stile di vita rappresenta una fuga da qualcos'altro: non l'ha scelto perché gli piace, è la ferita dentro di lui ad averlo spinto in tale direzione e, come sa chi ha studiato un po' di psicologia, le cose represse tendono sempre a tornare a galla in un modo o nell'altro, e in genere non è piacevole quando accade.

Forse il fascino di questo libro sta proprio nel sottile meccanismo psicologico che ne costituisce la base: il problema non sono le azioni del protagonista, perché secondo me sarebbe un errore credere a priori che vivere in maniera sessualmente dissoluta "non vada bene"; un'altra persona potrebbe avere lo stesso stile di vita di Paolo ed essere felice. Il problema è che Paolo non è felice, perciò se entra in analisi da una psicoterapeuta e lavora per capire l'origine della sua ferita non è perché deve cambiare per rimettersi in riga, ma perché vuole cambiare. Perché ne ha bisogno.

Credo che per comprendere il romanzo sia essenziale comprendere proprio questo punto, altrimenti si rischia di considerarlo un mero racconto erotico e sarebbe un peccato. Non perché le storie erotiche non abbiano senso, ma perché qui c'è di più e non dobbiamo lasciarci ingannare dall'aura audace con cui il libro si presenta: al di là di essa c'è un fulcro di fragilità e di delicatezza, ma soprattutto di profondità, che vale la pena cercare.

Da un punto di vista puramente formale devo dire che quest'opera è riuscita a spaccare a metà la mia opinione come poche altre hanno fatto: da una parte trovo che il progetto in sé sia potente e credo che l'autore abbia fatto benissimo a raccontare la propria storia; come si suol dire, per me l'idea "spacca" e ha davvero le carte per riuscire a catturare il lettore odierno, ormai annoiato quasi da tutto.

Inoltre, come immagino si sia capito da quanto ho scritto, ho apprezzato tanto l'importanza dell'aspetto psicologico nel racconto. Il protagonista non dà mai l'impressione (almeno a me) di essere insensibile o stronzo, sebbene spesso si trovi a usare le sue partner solo per ottenere da loro piacere sessuale: Paolo trasmette sempre un sentore di innocenza, in fondo in fondo, e di desiderio di sincerità. Chiaramente le donne da lui incontrate in questo frangente la penseranno in modo diverso, però da lettrice esterna è questo il colore che ho intravisto nel protagonista e bravo che l'autore sia stato bravo a costruire così il suo personaggio.

Forse un difettuccio dell'opera è a mio parere lo stile della scrittura, anche se rimane appunto una mia opinione personale perché molti lettori (tra cui alcuni dei partecipanti al Review Party... Andate a leggere le loro recensioni, se volete vedere la questione da altre angolazioni) l'hanno invece apprezzato. Penso che Paul Emme abbia il potenziale per diventare uno scrittore, ma sia ancora un pochino acerbo. 

Ovvio, in un romanzo autobiografico la spontaneità è necessaria e sono più che disposta a rinunciare a una prosa elegante per avere più "verità": vi dico solo che ho letto decine di volte Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino Christiane F., un libro che risulta crudo come un pugno nello stomaco anche grazie alla voce grezza, non edulcorata dell'autrice. Tuttavia mi permetto di consigliare a Paul di continuare a scrivere per acquisire uno stile più incisivo ed esperto, perché con un pizzico di esperienza in più il suo romanzo potrebbe essere ancora migliore.

Per esempio ho trovato le descrizioni delle scene erotiche un pochino meccaniche, cosa che mi ha reso difficile immedesimarmi nel protagonista e provare il senso di adrenalina (diciamo così 😂) che un lettore potrebbe sperimentare mentre legge un brano sul sesso. Non intendo dire che dovessero esserci descrizioni romantiche o emozionali perché il senso della storia è tutt'altro, però ci sono racconti erotici che mi catturano e racconti erotici che invece si limitano a darmi il resoconto di ciò che accade nella scena, e forse alle descrizioni di Sesso e vodka a colazione manca ancora quel quid che manda il cervello in tilt. Ma non significa che con un poco di pratica non possa arrivare 😉

Anche le scene di valore emotivo (per esempio quella in cui Paolo si confronta con il padre o quella in cui insieme alla psicologa arriva a capire quale sia la chiave del suo problema) potrebbero avere ancora più mordente se scritte da una penna più affilata, e la mia speranza è veramente che Paul non si fermi dopo avere raccontato la storia della sua vita ma decida di continuare a scrivere per tirare fuori le sue vere potenzialità 😊

Naturalmente si tratta di un commento puramente personale e soggettivo, non universale: la capacità di provare emozioni o pulsioni di fronte a un'opera di fantasia varia da persona a persona e non ha sempre a che vedere con il talento del creatore. Quindi prendete le mie parole per quello che sono 😊

Nell'insieme do al libro un giudizio positivo, perché per me un contenuto intenso sopperisce sempre o quasi sempre a una prosa non eccezionale, e poi perchè si tratta appunto di un'autobiografia e uno stile naif può in effetti essere prova della veridicità della narrazione. Per certi versi ho apprezzato questo romanzo davvero tanto, perché la complessità psicologica del protagonista mescolata al tono trasgressivo degli eventi crea un effetto fantastico, a tratti oserei dire quasi poetico. E sono certa che in futuro Paul saprà fare anche di meglio 😊

Detto ciò, vi invito a seguire il Review Party leggendo anche le recensioni degli altri blog, e vi lascio il link alla pagina Facebook dell'autore (qui): se la figura di Paolo vi ha affascinati dovete assolutamente seguire la pagina per conoscerlo meglio 😉

Dopo questa giornata intensa, piena di libri e di emozioni, ho bisogno di riposarmi con un tè e un muffin alla nutella, quindi vi ringrazio per avermi letta e vi do appuntamento alla prossima... Come sempre, stay bookish!

 

Elisa 🌸

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