Centinaia di aneddoti curiosi e sorprendenti sui Giochi olimpici estivi, dal 1896 al 2016: le storie, le rivalità, le emozioni, le sorprese, i sogni di gloria e le beffe del destino.Medaglie e sudore, bandiere e infortuni, volti esultanti, pianti e pettegolezzi succosi. Le Olimpiadi sono l’evento sportivo più importante e coinvolgente del mondo, la competizione che ogni quattro anni (ma a volte, come ci siamo accorti nel 2020, anche qualcuno in più) fa trattenere il fiato agli appassionati di ogni angolo dei cinque continenti. Per la bellezza dello sport, ma anche per tutto ciò che ci sta dietro: oltre i medaglieri e gli albi d’oro c’è un ricco patrimonio di storie, emozioni, rivalità, imprevisti, sorprese e beffe atroci. Perché anche agli atleti migliori del mondo, per quanto possano sembrarci moderni dèi dell’Olimpo, capita di smarrire proprio la valigia con l’attrezzatura fondamentale per gareggiare, o di alzare troppo il gomito nel momento più sbagliato; di ammalarsi, innamorarsi, spaventarsi… o di non svegliarsi in tempo. In questo inesauribile repertorio di storie, scopriamo che si può perdere una medaglia a causa del traffico, o vincerla ma restare totalmente ignoti; che un corridore è scomparso nel nulla durante una gara, e un turista si è ritrovato vincitore su un podio; che un pugile ha perso due volte lo stesso incontro, e che più di un’atleta ha gareggiato, e vinto, mentre era incinta; che ci sono stati gesti di commovente generosità e di imbarazzante bassezza, e che i trucchi per sfuggire all’antidoping possono avere effetti ridicoli e disastrosi… Tra aneddoti inaspettati ed episodi che sembrano usciti da un film hollywoodiano, Storie incredibili delle Olimpiadi racconta con cura e passione tutta la gloria e l’umanità della competizione più bella del mondo.«Una lettura godibilissima che, una volta iniziata, diventa difficile interrompere.» - Tuttosport
Devo ammettere che appena ho avuto questo libro tra le mani ho sentito subito che stavo per leggere qualcosa che mi sarebbe piaciuto. Ditela preveggenza, chiamatela sesto senso o solo consapevolezza dei miei gusti, ma avendo divorato milioni di documentari di ogni genere e avendo conoscenti che hanno dedicato la loro vita allo sport e al raggiungimento di questo enorme traguardo che sono le Olimpiadi, non potevo esimermi dal leggere questo piccolo viaggio in una delle competizioni più storiche di sempre.
Una volta una persona a me molto cara mi disse: "Se fossi arrivato alle Olimpiadi mi sarei tatuato gli anelli persino in faccia!" e devo dire che ho sentito moltissimo questo fuoco che pervade ogni sportivo che abbia mai gareggiato a livello agonistico. Ecco perché voglio parlarvi oggi di una delle tradizioni più belle ed epiche delle Olimpiadi e del giorno in cui sono state bruciate come la fiaccola che le rappresenta.
Le Olimpiadi sono nate come momento di pace, come l'unico periodo in cui ogni guerra era abolita, si fermava, in onore di questa gare che metteva alla prova gli uomini davanti agli dèi. Le Olimpiadi erano l'unica certezza in un mondo antico in cui la guerra era una costante, proprio come da noi, e il loro simbolo di pace è rimasto fino al giorno in cui purtroppo gli uomini si sono dimenticati di questo mutuo accordo di pace.
Ma se nell'antichità le Olimpiadi hanno smesso di essere il cessate alle armi mondiali, c'è stato un giorno nella modernità in cui questa pace è persino stata calpestata come mai fino a quel momento: 1972 - Monaco di Baviera.
Quel che avvenne quel giorno diventò storia ma proprio perché questo libro racconta in maniera molto bella e completa dei momenti che raccontano e trasudano di gioia, epicità e spirito olimpico, non potevo non essere io il piccolo monito della nostra staffetta, perché la storia va saputa e imparata o rifaremo gli stessi errori.
Cosa avvenne?
Alle 4:30 del 5 settembre 1972, un commando di terroristi fece irruzione nel villaggio olimpico irrompendo nella delegazioni israeliana. I terroristi uccisero e presero in ostaggio alcuni degli atleti della delegazione e solo il coraggio di alcuni di loro permise a uno degli allenatori e a uno degli atleti di sfuggire al massacro nel tentativo disperato di dare l'allarme.
Probabilmente si pensa che gli atleti, cercando di sopraffare i terroristi, li abbiano condotti proprio nell'ala della palazzina dove risiedevano i lottatori e i pesisti, cercando in questo modo di salvarsi, ma uno dei terroristi capendo il loro intendo impedì che la sortita andasse a buon fine.
I terroristi, presero in ostaggio alcuni degli atleti ma purtroppo il tentativo di liberarli non andò a buon fine e persero tutti la vita, compreso uno dei poliziotti tedeschi che cercò di salvarli.
Nel tentativo di togliersi dall'idea di una Germania ancorata al vecchio regime nazista e alle sue strette leggi e regolamenti, il villaggio olimpico non godeva della sicurezza di ora, cosa che purtroppo portò i terroristi a riuscire ad entrare senza troppi sforzi nel villaggio olimpico.
I terroristi non si sa ancora oggi come in realtà siano riusciti ad entrare nella palazzina degli atleti israeliani ma di sicuro quello fu un gesto di odio che rimarrà per sempre nella storia delle Olimpiadi.
I giochi si fermarono per un giorno e le bandiere di molte nazioni furono messe a mezz'asta, in segno di lutto per gli atleti scomparsi.
Il memoriale è ancora presente a Monaco e forse anche il terrore di quanto avvenne a quelle che sarebbero dovute essere delle Olimpiadi dedicate alla pace e alla unione di un mondo che aveva sentito fortemente la devastazione della guerra, ma purtroppo si rivelarono solo l'ennesima dimostrazione di come l'essere umano sia in grado di devastazione e morte.
Le ritorsioni e le conseguenze politiche furono molte ma non è questa la sede per parlarne. Quello che voglio trasmettervi con questo breve articolo è però un monito: le olimpiadi devono essere un momento di pace e di comunione dei popoli. Ecco perché Tokyo non sarà 2021 ma 2020, per ricordare, che l'anno passato è stato orribile ma che non va cancellato. Proprio come le olimpiadi di Monaco del 1972 non vanno cancellate ma studiate, perché un orrore simile non accada mai più.
Che dire di un evento simile? Sinceramente quando ho studiato questo evento ero molto piccola, ero alle medie. Dovevo fare una relazione su quegli eventi e ne rimasi scioccata. Non me la sono sentita di mettere ogni singolo evento, ogni singola morte, o il susseguirsi degli eventi. Sinceramente mi è sembrato eccessivo in un blog che racconta di cose liete e felici, di possibili torture, mala gestione delle trattative, e altro, come di quando uno dei possibili tentativi fu mandato all'aria dai media che ripresero in diretta le manovre della polizia facendo sapere ai terroristi le loro mosse. Vorrei davvero che questo fosse solo un monito a far sì che le persone ricordino che le Olimpiadi sono un momento di elevazione dell'uomo e non di denigrazione. Siamo tutti patrioti quando vediamo la nostra bandiera, ma ricordiamoci sempre che c'è una cosa che ci accomuna ancora di più quando parliamo di questo momento ed è il fatto di essere tutti esseri umani, a prescindere da credo religioso, politico, genere, etnia o qualunque altra cosa si possa pensare adatta per separarci al posto che unirci. Quel giorno non morirono solo degli atleti, non morirono solo degli israeliani, morirono degli esseri umani, morirono delle persone che erano lì per competere, piangere e ridere ma non per morire.
Detto questo, vi faccio passare alla prossima sezione del nostro blogtour, passando la staffetta alle altre blogger!
Come sempre... alla prossima!
F.R.
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